Resta in carcere Elpidio D’Ambra, il 31enne arrestato per l’omicidio di Rosa Alfieri, la 23enne uccisa tre giorni fa nella sua abitazione a Grumo Nevano.
Lucido nella sua ricostruzione ma anche pieno di contraddizioni ha comunque confessato di averla strangolata anche al giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord, dopo averlo fatto ai poliziotti e al pm. “Ho sentito delle voci che mi dicevano di ucciderla e l’ho strangolata con le mie mani”, ha ripetuto.
“Mi dispiace per la famiglia di Rosa. Anche se non vogliono perdonarmi, io il perdono lo chiedo sempre a tutti – ha raccontato – quando verso le 17 l’ho vista passare dopo che aveva parcheggiato la macchina, ho sentito le voci che mi dicevano di ucciderla perché altrimenti avrebbero ammazzato me nel sonno ed allora l’ho trascinata dentro e l’ho strangolata.
Preciso che non ero io, e con questo intendo dire che era come se fossi obbligato da qualcun altro a fare quello che stavo facendo”.
“Nel salotto è caduta a terra e poi, anche perché c’erano persone che bussavano alla porta, ho trascinato il corpo in bagno per non farlo vedere a chi era fuori. A quel punto ho aperto la porta, ho detto ai presenti che mi stavano”, ha raccontato.
Poi ha trascinato il corpo di Rosa in bagno: “Le ho messo il bavaglio in bocca perchè avevo paura che potesse urlare, anche se pensavo che era morta”.
Il gip si è riservato e deciderà nelle prossime ore se convalidare il fermo e tenere D’Ambra in carcere. E’ stato deciso che martedì 8 febbraio sarà affidato l’incarico al consulente medico che dovrà effettuare presso l’istituto di medicina legale di Caserta l’autopsia sul corpo di Rosa.
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All’interrogatorio erano presenti anche il sostituto procuratore Patrizia Dongiacomo e l’avvocato difensore Dario Maisto. D’Ambra ha confermato di aver fatto entrare la ragazza a casa sua per chiederle informazioni sulle bollette e ha ancora negato di aver tentato di violentarla. Ma la su ricostruzione non convince ne’ l’accusa, ne’ la famiglia di Rosa. La ragazza, a quanto si apprende, era mezza nuda, alcuni vestiti strappati, segni di graffi sul corpo.
Dopo l’omicidio D’Ambra ha preso un treno e si è diretto a Napoli, dove ha vagato in strada per 24 ore prima di essere trovato dai poliziotti del Commissariato Bagnoli all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Nei suoi confronti è stato eseguito un fermo per omicidio volontario.
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