Prosegue sull’A1, nel trattato casertano compreso tra Capua e Caianello, la protesta dei camionisti contro il caro carburante, iniziata nella tarda serata di ieri con un blocco che ha interessato il tratto che va dal casello che conduce all’autostrada Salerno-Reggio Calabria fino alla barriera di Napoli Nord, a CASERTA.
Decine di tir hanno poi proseguito in mattinata la protesta attuando una rallentamento tra Capua e Caianello e poi un blocco del casello di Caianello, con disagi per gli automobilisti; si tratta pero’ di “blocchi mobili”, che vengono imposti e poi rimossi. “Comprendiamo le ragioni della protesta ma non i modi in cui viene attuata.
La protesta non va esasperata anche perche’ e’ in corso una trattativa con il Governo, cui chiediamo regole certe perche’ la categoria degli autotrasportatori e’ allo stremo e in tantissimi sono in difficolta'”.
E’ quanto afferma il segretario campano della Fai (Federazione Autotrasportatori italiani) Ciro Russo, da giorni impegnato con i vertici nazionali dell’associazione e le altre sigle raccolte nell’Unatras (Unione delle associazioni nazionali dell’autotrasporto) in una “serrata trattativa” con il Governo in relazione alle enormi difficolta’ che sta incontrando la categoria degli autotrasportatori, stretta tra il caro-carburante con aumenti in media di 20 centesimi al litro per il gasolio e la mancanza di controlli su quelli che sono gli standard minimi di sicurezza in cui gli autotrasportatori sono costretti a lavorare, pagati sempre meno dalle societa’ committenti.
Tra stanotte e stamani decine di tir stanno effettuando blocchi mobili ai caselli dell’A1, nel tratto casertano; una protesta che non ha la copertura della Fai ma che comunque si basa su motivazioni da tempo sul tavolo in particolare del Ministero dei Trasporti.
“Al Ministro Giovannini e al Governo – spiega Russo – abbiamo chiesto di mettere in atto un sistema di regole certo, che peraltro gia’ esiste nell’ordinamento, che consenta di bilanciare il rapporto di lavoro tra autotrasportatore e committente. Ad oggi c’e’ un decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che prevede un costo minimo per chilometro, da 1,36 euro e 2,50 euro, in grado di coprire le singole voci di costo sostenute dagli autotrasportatori, per esempio per il carburante, per l’autostrada, per il salario dell’autista, e dunque anche la sicurezza del viaggio.
Eppure le societa’ committenti, spesso grandi gruppi, pagano al massimo 1,10 euro a chilometro, e cio’ porta gli autotrasportatori a dover necessariamente ridurre la spesa per la sicurezza o altre voci. Il Ministero deve dunque controllare ma finora non lo ha fatto.
Penso anche ai controlli che andrebbero fatti alla societa’ committenti dopo un incidente grave che ha coinvolto un camion che viaggiava per loro; cio’ e’ previsto per legge ma di controlli dopo sinistri gravi che hanno interessato camionisti durante il lavoro non ce ne sono mai stati” conclude Russo.
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