E’ stato licenziato ieri, primo febbraio, il documento integrativo al piano di eradicazione della brucellosi bufalina, elaborato dal tavolo tecnico composto da esponenti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, della direzione generale Tutela della Salute della Regione Campania (UOD “Prevenzione e Sanità pubblica veterinaria”), del dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali dell’Università di Napoli “Federico II” e della direzione generale dell’ASL di Caserta, riuniti presso gli uffici dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania.
Il documento, che ha preso in esame le istanze presentate nelle scorse settimane dagli stakeholders del settore bufalino, è stato anche condiviso con le associazioni che compongono il Tavolo Verde (Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Cia), in occasione della successiva riunione svoltasi nel pomeriggio presso gli uffici dell’Assessorato.
Nei prossimi giorni sarà presentato agli altri attori del territorio, per assicurare piena condivisione e continuità di dialogo. Il documento tecnico, che integra la bozza di Piano di Eradicazione, è già stato inviato al Ministero della Sanità per una valutazione di merito. Il passo successivo sarà la condivisione con gli enti sanitari competenti.
Il documento finale, poi, sarà sottoposto al presidente De Luca e alla Giunta Regionale per l’adozione formale “È un risultato importante – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo – conseguito a valle di una lunga campagna di ascolto che ho avviato diverse settimane fa con gli operatori del settore e le associazioni di categoria.
Il tutto, nella direzione indicata dal presidente Vincenzo De Luca, ovvero quella della necessità di puntare alla eradicazione in via definitiva della malattia dai nostri allevamenti, di coinvolgere attivamente tutti gli attori del territorio, e di orientare le aziende campane sempre più verso un obiettivo comune: la realizzazione di una stalla-modello con altissimi standard di biosicurezza e controllo”.
I punti chiave del documento tecnico integrativo prevedono l’introduzione dell’obbligo vaccinale nell’area “cluster” dei quattro Comuni a maggiore concentrazione di focolai (Cancello e Arnone, Castel Volturno, Grazzanise, Santa Maria La Fossa) per i capi tra i sei ed i nove mesi di età, per un periodo di sei anni; introduzione facoltativa del vaccino nei sette Comuni dell’area “buffer” (Villa Literno, Pignataro Maggiore, Carinola, Capua, Francolise, Mondragone, San Tammaro); incremento della frequenza dei controlli negli allevamenti che presentano focolai di infezione (controlli previsti con cadenza bisettimanale); riduzione dei tempi di diagnostica da sette a cinque giorni lavorativi; screening obbligatori e obbligo di pastorizzazione del latte nell’area “cluster”; realizzazione di stalle contumaciali.
Inoltre, sono state accolte le istanze dei rappresentanti degli allevatori in riferimento al potenziamento delle attività di autocontrollo nelle imprese, in linea con quanto stabilito dai regolamenti europei in materia.
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