“Da domani, 15 febbraio, scatta l’obbligo del Green Pass rafforzato per i lavoratori over 50: anche colf, badanti e baby sitter dovranno, quindi, essere in possesso di una certificazione verde valida (vaccino o guarigione) per poter svolgere il proprio lavoro in casa, a contatto con anziani o bambini. Alle famiglie datrici spetterà, invece, il compito di verificare, tramite App o, su richiesta del lavoratore, mediante la consegna della copia cartacea del Green Pass, pena una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro”. È quanto comunica Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.
“I domestici non in regola – prosegue – non potranno svolgere attività lavorativa (e se lo faranno andranno incontro ad una sanzione amministrativa da 600 a 1.500 euro) e dovranno essere considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con il diritto alla conservazione del posto di lavoro fino alla presentazione di idonea certificazione.
Per i giorni di assenza ingiustificata non sarà dovuta la retribuzione, né altro compenso o emolumento. Ricordiamo però alle famiglie che, qualora venga meno il rapporto di fiducia tra le parti, nel settore domestico è sempre possibile interrompere il rapporto di lavoro senza giusta causa”.
“Infine – conclude il presidente di Assindatcolf – sebbene la recente indagine da noi commissionata al Censis arrivi a stimare un ottimo livello di immunizzazione tra colf, badanti e baby sitter (il 95,6% dei collaboratori familiari avrebbe ottenuto il Green Pass vaccinandosi) da domani i datori di lavoro dovranno verificare che la certificazione verde sia in regola anche rispetto alle novità introdotte dal Dl 7 gennaio 2022, n.1 che chiama in causa i lavoratori che hanno compiuto 50 anni, che nel comparto domestico rappresentano circa la metà del totale.
Secondo una nostra rielaborazione degli ultimi dati Inps, nel 2020 i collaboratori familiari over 50 impiegati in modo regolare erano, infatti, circa 480mila domestici (di cui 319mila stranieri) su un totale di 920mila”.
SOSPENSIONE E MULTE
Cittadini che oltre ad aver già ricevuto una multa da 100 euro per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale entro lo scorso 1 febbraio, a partire da domani dovranno anche rinunciare allo stipedio. Proprio come già accade dal 15 ottobre 2021 a chi non è in possesso del Green pass base (ottenibile anche attraverso il tampone), gli ultracinquantenni senza il Qr code rafforzato saranno considerati assenti ingiustificati.
Vale a dire che, pur non subendo conseguenze disclinari e mantenendo il posto di lavoro, fino al 15 giugno 2022 non potranno accedere al posto di lavoro e quindi non riceveranno la propria retribuzione. Tant’è che le aziende potranno sostituirli attravero dei contratti a termine (della durata di 10 giorni), rinnovabili più volte. Nel caso in cui un dipendente over 50 venga trovato senza pass rafforzato mentre è al lavoro dai controlli a campione coordinati dalle prefetture di tutta la Penisola, questo rischia una multa dai 600 ai 1.500 euro. Mentre il datore che non ha controllato rischia di incappare in una sanzione tra 400 e mille euro.
CONTROLLI E VALIDITÀ
I controlli infatti – proprio come già accade oggi con la versione “base” del pass – saranno di competenza delle imprese. Come? Attraverso il sistema Greenpass50+ messo a disposizione delle aziende con più di 50 dipendenti dall’Inps (già in uso presso più di 9mila di queste), o con l’ormai consueta App Verifica C-19 da verificare ai tornelli, oppure facendosi consegnare il pass dagli stessi lavoratori. Idem per chi ha un’esenzione per motivi salute: dal 7 febbraio scorso infatti la certificazione di esenzione è digitalizzata, e come il Green pass ha un suo Qr code.
Per quanto riguarda la durata di tale misura invece, c’è una data di scadenza precisa. In base al decreto in vigore da gennaio infatti, l’obbligo di esibire il Green pass rafforzato per il lavoratori over50 scadrà il prossimo 15 giugno. Tuttavia non è affatto escluso che, se la curva epidemiologica dovesse tornare ad impennarsi specie a seguito del massiccio rientro in ufficio probabile dopo il 31 marzo (quando scade lo stato d’emergenza e lo smart working “agevolato”), la limitazione possa essere ulteriormente prorogata. Ma è presto per dirlo
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