Pressioni sui detenuti per farli ritrattare: sospeso ufficiale della penitenziaria che avrebbe agito con violenza e minacce implicite
Pressioni su due detenuti per costringerli a ritrattare le accuse nei suoi confronti. Per questo uno degli agenti della penitenziaria protagonista delle violenze del 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere, per la quale è in corso la fase dell’udienza preliminare, è stato raggiunto dalla misura interdittiva della sospensione dal servizio per 6 mesi disposta dal gip su richiesta della Procura.
Si tratta di un vice ispettore – inizialmente non colpito da alcun tipo di misura – continuando a prestare servizio presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, avrebbe posto in essere, grazie all’ausilio di altri agenti non identificati, pressioni ai danni di due detenuti, già escussi durante le indagini preliminari.
Le vittime, esaminate in tempi recentissimi, hanno riferito di essere stati avvicinati dall’indagato affinché rendessero dichiarazioni in suo favore, ritrattando quanto precedentemente riferito agli organi inquirenti.
L’ufficiale avrebbe agito con violenza e minacce implicite affinché i due detenuti che hanno denunciato gli abusi subiti lo scagionassero. Addirittura pressioni sarebbero state fatte fino a dicembre, quando poi si è aperta l’udienza preliminare all’aula bunker.
Il gip ha condiviso la tesi della Procura applicando la misura interdittiva in ordine al reato di intralcio alla giustizia pluriaggravato dall’aver agito per assicurarsi l’impunità dei reati, dall’abuso dei poteri, rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale e approfittando di circostanze di luogo e di persona, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa delle persone offese.
Articolo pubblicato il giorno 4 Febbraio 2022 - 17:35