Su Tik Tok la video chiamata dal carcere di Poggioreale che inneggia alla camorra.
“È sconcertante e vergognoso il video che circola da qualche ora sul social Tik Tok, autori detenuti, diffuso, da quanto sembra da Poggioreale, che su una base musicale di una canzone del solito melodico napoletano di canzoni che esaltano la camorra, si esibiscono in una sceneggiata, inneggiando alla libertà per i camorristi. Un’esibizione pare realizzata attraverso la videochiamata concessa dalla direzione del carcere per un colloquio con i familiari e diventata invece l’ennesima prova che in carcere è possibile fare di tutto e di più”.
A sostenerlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo chiedendo una rigorosa indagine dell’Amministrazione Penitenziaria sulla vicenda per individuare le responsabilità di chiunque ha consentito la “video sceneggiata”.
Di Giacomo attacca duramente l’amministrazione penitenziaria: “E’ questa l’atmosfera che regna nei penitenziari con detenuti che si fanno beffa delle vittime dei propri reati. Mettiamoci semplicemente nei panni di chi ha subito violenza, rapina o persino un familiare ucciso che assiste all’indecoroso spettacolo per rendersi conto del sentimento di forte indignazione e rabbia che serpeggia. Per noi è il segno più degradante del “buonismo” diffuso nei confronti dei detenuti ai quali è concesso persino di divertirsi con video-sceneggiate”.
E quindi poi chiede un intervento drastico da parte del ministro Cartabia e del presidente Mario Draghi: “È bene che i cittadini si rendano conto che nelle carceri non sono reclusi vittime o angeli, ci sono autori di crimini efferati per i quali da tempo invece si sostengono la clemenza e provvedimenti di indulto. Noi non ci stiamo a mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il controllo del carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per la libera convivenza dei cittadini. Soprattutto dopo gli impegni solenni del presidente Draghi e del ministro Cartabia, è ora che ci si occupi seriamente dei problemi del sistema penitenziario senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo”.
Ma nel frattempo il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello aggiornando i dati su carcere e Covid in Campania, chiede un decreto svuotacarceri.
“Chi ha sbagliato deve pagare il suo debito non a prezzo della vita, perché chi é detenuto ha diritto alla tutela della sua vita, perchè il carcere non deve essere un luogo oscuro e separato dalla società. In Campania oggi abbiamo 6403 reclusi nei 15 Istituti penitenziari. Sono invece 6882 le persone diversamente libere in Area penale esterna. Carcere e Covid. Sono 221 gli agenti e gli operatori penitenziari contagiati in Campania. Invece 351 i detenuti contagiati (di cui 124 a Poggioreale e 120 a Secondigliano). Lo so non fanno notizia, sono numeri!!!”
, afferma Ciambriello.E poi conclude la sua nota con proposte operative in questo periodo di crisi pandemica: “Occorre non far entrare in carcere persone, se non per reati gravi, c’e’ bisogno di piu’ misure alternative al carcere, il Governo deve mettere in campo un decreto svuotacarceri, subito assunzioni, anche a tempo determinato, per agenti di polizia penitenziaria, educatori e figure socio-sanitarie, vaccini e cure mediche adeguate per i detenuti e gli operatori penitenziari, far tornare nelle proprie Regioni i detenuti, rispettando il diritto della territorialità della pena, liberazione anticipata da 45 a 75 giorni.
Mutare il carcere – conclude Ciambriello – significa soprattutto operare un processo di trasformazione culturale e legislativa in grado di renderlo al contempo un luogo di garanzia dei diritti e di certezza della pena”.
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Invece di svuotare le carceri per poi ritrovarle piene dopo qualche mese, poiché la maggior parte dei detenuti che beneficerebbero dell'indulto (che i soliti buonisti voltastomaco chiedono),tornerebbe a delinquere.Investiamo sui braccialetti elettronici e mettiamo questa feccia agli arresti domiciliari a spese delle sua famiglia e pari.