Sono arrivate le condanne per i protagonisti, amici e familiari del baby-rapinatore Ugo Russo morto dopo aver tentato di rapinare un Rolex ad un carabiniere fuori dal servizio, degli spari contro la caserma Pastrengo e della devastazione dell’ospedale dei Pellegrini.
Come riportato da Il Roma, la sesta sezione della Corte d’appello di Napoli ha inflitto a Salvatore Mazzocchi 1 anno e 5 mesi a fronte dei precedenti 2 anni e, soprattutto, degli 8 anni inizialmente richiesti dalla pubblica accusa. Giovanni Grasso “Ivan” ha rimediato 6 anni: uno in meno rispetto al primo grado. Vincenzo Sammarco ha incassato 4 anni e 6 mesi, a fronte dei precedenti 5 anni. Tre anni e sette mesi per Lucia Palumbo, Maria Pia Russo, Salvatore Grasso e Gennaro Mancini. Confermata invece la condanna inflitta a Michele Incoronato: 3 anni e 8 mesi.”
“Per quanto ci riguarda sono incomprensibili le riduzioni di pena per reati così gravi. La sparatoria alla Pastrengo e l’assalto al Pellegrini sono una dimostrazione del tipo di ambiente criminale in cui Ugo Russo è cresciuto.
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La morte di quel ragazzo è, quindi, imputabile prevalentemente all’educazione impartitagli dagli ambienti familiari e a lui vicini che lo hanno portato ad intraprendere la strada della criminalità che conduce alla galera o ad una morte precoce.
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Chi vuole veramente giustizia, allora dovrebbe evitare che altri giovani seguano quel tipo di percorso e lanciare messaggi di legalità invece di santificare rapinatori e delinquenti anche con murales e altarini”, ha commentato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
Articolo pubblicato il giorno 28 Gennaio 2022 - 11:29