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Salvatore Capone attirato in una trappola: caccia al “traditore”

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E’ caccia ai killer di Capodanno ma soprattutto è caccia al traditore ovvero colui che avrebbe attirato il pregiudicato Salvatore Capone in una trappola.

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Il pregiudicato di 42 anni, autista del boss del rione Lauro nella zona di Fuorigrotta ma anche faccendiere per conto del boss di Bagnoli, Masssimiliano Esposito detto o’ scugnato, è stato centrato da tre colpi di pistola ed è morto sul colpo. In azione killer professionisti che sono spuntati nel buio della notte del primo giorno dell’anno e poi si sono dileguati.

L’omicidio di questa notte apre un fronte serio di preoccupazione tra gli investigatori per quella che è diventata negli ultimi mesi la polveriera Fuorigrotta.

Quattro omicidi, tre pestaggi, almeno sei sparatorie, due locali commerciali dati alle fiamme, auto rubate per ‘sfregio’ e piazze di droga blindante con uomini armati.

Questi sono i numeri della faida di Fuorigrotta, che coinvolge non solo l’aera accanto lo stadio Maradona di Napoli ma anche i quartieri di Bagnoli, Secondigliano, Pianura e rione Traiano. Il fermento e’ aumentato poi quando sei giorni fa e’ stato scarcerato il rampollo del clan Troncone, il ras Giuseppe, figlio di Vitale, fermato per un pestaggio con un decreto di fermo e scarcerato dal gip.

Gli investigatori hanno subito redatto diverse note di ‘attenzione’ sapendo che l’area era un polveriera dopo l’agguato subito dal padre del rampollo, il capoclan Vitale, il 23 dicembre, ancora ricoverato e in prognosi riservata.

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Il primo episodi della faida risale al 16 marzo del 2020. Gaetano Mercurio, detto Sfilatino, viene gravemente ferito davanti a casa sua in via Terracina, nella parte alta del quartiere, nei pressi della zona della Loggetta. L’uomo, che per gli inquirenti e’ un personaggio di punta proprio del gruppo Troncone, muore in ospedale l’11 aprile.

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Un anno dopo, il 15 marzo 2021, il secondo omicidio, e a cadere sotto i colpi dei sicari e’ un anziano di 77 anni, commerciante. Alle forze dell’ordine basta poco per inquadrare il contesto: si tratta di Antonio Volpe, genero del boss Antonio Bianco , alias Cerasella, ritenuto uomo di vertice dei Baratto-Bianco.

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L’11 novembre scorso, vicino alla caffetteria Troncone, viene ucciso il 30enne Andrea Merolla. Il giovane non risulta inquadrato nel clan, e’ praticamente un incensurato, ma ha una parentela pesante: e’ il nipote di Vitale Troncone.

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Poi è toccato allo stesso boss Vitale Troncone a finire nel mirino dei killer: crivellato di colpi la mattina del 23 dicembre davanti al suo bar ora è ancora ricoverato.

E poi stanotte è arrivata una ulteriore risposta con l’omicidio di Salvatore Capone. E nel quartiere ora la gente ha paura.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

 


Articolo pubblicato il giorno 1 Gennaio 2022 - 20:39


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