“Nella mia vita, pur essendo giovane, ho fatto tante cose ma dalla mezzanotte del primo gennaio è come se tutto fosse stato accantonato per concentrarsi su questo progetto a tinte granata”.
Così il neopresidente della Salernitana, Vincenzo Iervolino, che, questa mattina, presso uno studio notarile di Scafati ha firmato il contratto e versato i 10 milioni di euro che gli consentono di subentrare ufficialmente agli ex patron Claudio Lotito e Marco Mezzaroma.
“Oggi inizia un percorso diverso senza personalismi autocelebrativi”. Nessuna critica ai predecessori ma passo diverso: “Non si può non parlare con i giornalisti. Non si può parlare poco e male con i tifosi”. “E’ sotto gli occhi di tutti che si sia creato uno scollamento totale e generale tra la dirigenza e il pubblico”. Sabatini al comando dell’area tecnica: “mi ha fatto impazzire la sua professionalità, la sua voglia di vincere di lavorare”.
Con lui due contratti: “Un discorso è retrocedere in serie B senza collezionare punti, un altro è sfiorare la salvezza e poter ripartire a testa altissima sin dal giorno dopo”. La posizione di Colantuono ancora in bilico anche se di mercato ancora non si parla dopo giorni in cui ci si è dedicati più alle vicende societarie. Ai tifosi dice: “voglio che si avvicinino alla Salernitana portando avanti un progetto di cui andare fieri” ma chiede pazienza.
“Se c’è da spendere lo faremo, se c’è da comprare dei calciatori stanchi per dare alla piazza una maggiore immagine mia toglietevelo dalla testa. Nell’immediato è chiaro che vogliamo restare in serie A e prenderemo giocatori che trattino con noi con il sentimento e non solo con il portafoglio. La questione biglietteria è una delle prime che ritengo sia giusto affrontare, in totale sicurezza porteremo giovani, bambini e famiglie allo stadio”.
Infine il so racconto di tifoso del Napoli “innammorato della salernitana”. “sono nato nel mito di Maradona e ho anche scritto qualcosa sul calcio Napoli sponsorizzando gli azzurri per diversi anni. Non bisogna mai ripudiare il proprio amore, mi auguro che il Napoli vinca lo scudetto. Ma soprattutto che la Salernitana si salvi. I miei ragazzi, abituati al San Paolo, mi chiedevano stralunati: “Ma cosa sta succedendo? Hai venduto la Pegaso? Non dobbiamo più tifare per il Napoli?”.
Io vengo da Palma Campania, un centro che dista 18 chilometri da Salerno e 25 da Napoli. La mia azienda, quella più importante, l’ho fondata qui e il sentimento per la vostra città è assolutamente autentico. La sera si usciva a Salerno e non a Napoli. Calcisticamente siamo nati nel mito del numero 10 argentino, ma non ho mai nascosto la simpatia per i colori granata anche quando si militava in categorie nettamente differenti.”
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