Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha chiesto di fare luce sulla vicenda dell’annuncio di lavoro di un’azienda di Napoli che ha richiedeva a receptionist di inviare foto in costume da bagno.
Orlando ha infatti chiesto al direttore dell’ispettorato del Lavoro Bruno Giordano di inviare ispettori a Napoli. L’ispezione è già stata avviata con la convocazione del responsabile dell’azienda.
Ma la Medial S.r.l. sostiene che si è trattato di un errore e che in poco tempo l’annuncio è stato modificato.
La richiesta di lavoro pubblicata online recitava: “…cerchiamo una receptionist che parli inglese fluentemente, dimostrabile con attestati o referenze specifiche. La candidata dovrà avere un massimo di 30 anni, essere automunita, avere un carattere solare e di bella presenza. Si richiederà – prosegue il dettaglio degli skill richiesti – l’invio di una foto a figura intera in costume da bagno o similare. Si offre un contratto a tempo indeterminato. L’orario di lavoro sarà a giorni alterni di 8 ore per un totale di 24 ore lavorative settimanali. Retribuzione netta complessiva di 500 euro mensili”.
Naturalmente è scoppiata una bufera mediatica incredibile. Il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci ha annunciato: “L’invio di una ispezione da parte del ministro Orlando nell’azienda napoletana di vigilanza e accoglienza che offriva un compenso di 5 euro l’ora con requisiti ingiustificabili – commenta -, è un segnale forte nella lotta al contrasto di nuove forme di sfruttamento del lavoro ed una risposta alle richieste avanzate dalla Cgil in sede ministeriale, appena pochi giorni fa.
Questo episodio è emblematico di quali siano le condizioni che spesso vengono offerte, soprattutto a giovani e donne: lavoro precario e sottopagato. Ci auguriamo che dopo l’ispezione, l’azienda proceda ad assunzioni stabili senza richieste di requisiti che ledono la dignità di lavoratori e lavoratrici”.
“Abbiamo inviato un esposto contro la ditta napoletana che ha promosso un annuncio per un lavoro destinato a una ‘donna che parli inglese, abbia massimo 30 anni e mandi una foto a figura intera in costume da bagno per 500 euro al mese per 24 ore a settimana’. Perche’ una candidata per un impiego come receptionist dovrebbe inviare della foto in costume da bagno? Cosa si nasconde dietro questa richiesta offensiva e sessista? E
‘ bene vederci chiaro quando ci troviamo davanti vicende di questo tipo. Queste richieste sono inaccettabili e il fatto che l’azienda non sia reperibile telefonicamente ci fa sorgere diversi sospetti”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
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“No assoluto a ogni forma di mercificazione del corpo femminile in alcun ambito, e in particolare in quello lavorativo. E’ grave il tenore dell’offerta di un’azienda napoletana, rilanciata su molti siti web, che chiede alle aspiranti receptionist di allegare al curriculum, una foto in costume da bagno. Chiunque ha il diritto di essere valutato per le proprie capacita’, per le proprie esperienze e per la propria voglia di dare il massimo, non certo per il proprio aspetto fisico”. E’ quanto sottolinea, attraverso i propri canali social, Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore della citta’ metropolitana di Napoli della Lega.
Articolo pubblicato il giorno 27 Gennaio 2022 - 08:01