E’ morto nella notte all’età di 82 anni Gianni Di Marzio, ex allenatore del Napoli.
E’ stato lo scopritore di Diego Armando Maradona ma anche di Cristiano Ronaldo. Iniziò la sua carriera come allenatore nel 1968 subentrando in un primo momento ad Arnaldo Sentimenti alla guida dell’Internapoli, debuttando nell’allora Serie C nell’1-1 contro il Chieti, con un gol in rimonta di Wilson.
Passò poi alla Nocerina, dove fu al centro di polemiche con il locale ambiente sportivo, quindi alla Juve Stabia dove restò due anni (nella città di Castellammare è nato suo figlio Gianluca noto giornalista Sky). E quindi al Brindisi, dove sostituì Luís Vinício. I maggiori successi in carriera Di Marzio li ha ottenuti allenando il Catanzaro col quale inizialmente perse lo spareggio promozione per la Serie A nel 1975 contro l’Hellas Verona a Terni (0-1), per poi conquistare la promozione, seconda della storia del club calabrese, nella stagione successiva.
Dal 1977 al 1979 è al Napoli, dove ottiene il quinto posto in classifica, piazzamento UEFA, perdendo una finale di Coppa Italia a Roma contro l’Inter. È costretto a lasciare durante la seconda stagione a favore di Luís Vinício. Nel 1978 iniziò una collaborazione domenicale con il quotidiano L’Unità, commentando la giornata calcistica che stava per iniziare ed esprimendo le proprie previsioni sui risultati.
Dal 1979-1980 ha allenato il Genoa in Serie B. Dal 1980 al 1982 allena il Lecce in Serie B. È stato l’allenatore che ha portato il Catania in Serie A nel 1982-1983 ed è rimasto in panchina fino alla 12ª giornata del 1983-1984, sostituito da Giovan Battista Fabbri. Nell’annata 1984-85 siede sulla panchina del Padova in Serie B. Ha allenato il Cosenza, con cui nel 1987-1988 ha centrato la promozione in Serie B, attesa da ventiquattro anni.
Nella Serie B 1989 1990, a dicembre, torna a guidare il Cosenza, sostituendo l’esonerato Gigi Simoni, ottenendo la salvezza all’ultima giornata (0-0 sul campo della Triestina), grazie anche alla classifica avulsa. Confermato per la Serie B 1990-1991 sulla panchina del Cosenza, è esonerato a inizio novembre e sostituito da Reja.
Durante la sua carriera ha ricevuto per due volte il premio Seminatore d’oro, assegnato al migliore allenatore della stagione di ogni categoria e che successivamente ha preso il nome di Panchina d’oro: il primo gli è stato consegnato per l’annata 1971-1972 con la Nocerina in Serie C e il secondo come allenatore del Catanzaro in Serie B nell’anno 1975-1976.
Il 4 giugno 2015 ritira ad Amalfi il Premio Saraceno nell’ambito della kermesse Football Leader, organizzata dall’Associazione Italiana Allenatori Calcio.
Con il Cosenza ha lavorato negli anni successivi come direttore sportivo, incarico che gli venne promosso dalla società silana. Da direttore sportivo ha lavorato anche con il Venezia del presidente Maurizio Zamparini dal 1996 al 1998, con il club veneto che riconquistava la Serie A dopo oltre trent’anni. È stato responsabile dell’area estera della Juventus dal 2001 al 2006.
Dal 2011 collabora con la società inglese del Queens Park Rangers come consulente di mercato.
Dal 7 aprile 2016, entra a far parte dello staff dirigenziale del Palermo in qualità di consulente personale del presidente Maurizio Zamparini. Avrà il compito, tra gli altri, di provvedere alla valutazione tecnica della rosa della Prima Squadra nel finale del campionato 2015-16 ed in vista della successiva stagione sportiva.
E’ stato il figlio Gianluca stanotte a dare su Twitter la notizia della morte del padre scrivendo: “E adesso potrai finalmente allenarlo il tuo caro Diego. Sei stato un grande papà, mi hai insegnato tutto e non sarò l’unico a non dimenticarti”.
Nello scorso novembre l’Eav aveva inserito la sua immagine nella galleria dei grandi personaggi del Napoli all’interno della stazione della Cumana a Fuorigrotta, proprio di fronte allo stadio San Paolo amatissimo da Gianni.
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Articolo pubblicato il giorno 22 Gennaio 2022 - 07:31