“Le monete di Cales non possono essere vendute senza certificazioni”. È questo il commento della Soprintendenza di Caserta e Benevento attraverso le parole di Antonella Tomeo, responsabile dell’area di competenza, dopo la notizia della messa in commercio di caleni coniati tra 268 a.C. e la Seconda guerra punica.
La città di Cales, collocabile all’incirca dove oggi sorge Calvi Risorta, è stata uno dei centri urbani più ricchi e fiorenti della Campania del Mondo Antico. Fondata dal popolo italico degli Ausoni, Cales fu conquistata dai Romani intorno al 335 a.C., al tempo della Prima Guerra Sannitica.
La città, le cui vestigia sono ancora oggi visibili nell’area archeologica sita nel comune di Calvi Risorta, era già rinomata nell’antichità, tanto che Tito Livio, nel suo Ab urbe condita libri, la ricorda, per i Romani, come un lauto bottino di guerra.
Gli abitanti di Cales erano celebri per la produzione del cosiddetto “vino caleno” e par la “ceramica calena”, interamente ricoperta di vernice nera piombina e decorata con motivi ornamentali.
La città di Cales ebbe una propria zecca, che batté moneta tra il 268 a.C. e la Seconda Guerra Punica (218 a.C. – 202 a.C.). Le monete coniate a Cales facevano tuttavia parte di un ben più ampio contesto di monetazione, nel quale erano coinvolti tutti i popoli e le città alleati di Roma nella guerra contro i Cartaginesi.
Dopo la dine della Seconda Guerra Punica, la zecca di Cales cessò di esistere e la città adottò definitivamente la monetazione romana.
Tra le monete più suggestive coniate a Cales vi è sicuramente la litra o lira in bronzo raffigurante il dio Apollo. La moneta pesa poco più di 7 grammi e presenta al dritto il volto di Apollo cinto al capo da un ramo di alloro, mentre al rovescio vi è rappresentato il cosiddetto toro “androprosopo”, ovvero un toro con volto umano, sormontato dalla lira, simbolo di Apollo, e sovrastante la scritta Caleno.
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