Anche al Tribunale di Torre Annunziata dopo Napoli scoppia la grana del legittimo impedimento degli avvocati sprovvisti di green pass.
In una nota inviata stamane al Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, avvocato Luisa Liguoro, una cinquantina di legali rappresentativi della sensibilità di gran parte degli iscritti fanno un “accorato appello al buon senso””.
Nella nota si ricorda come il Decreto Legge del 7 Gennaio 2022 N° 1, ha posto l’obbligo di esibire la certificazione verde anche “ai difensori, ai consulenti, ai periti e agli altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia”. La disposizione non si applica invece “ai testimoni e alle parti del processo”.
E l’assenza del difensore conseguente al mancato possesso del green pass, viene precisato, “non costituisce impossibilità di comparire per legittimo impedimento”.
E su questo punto come è avvenuto ieri a Napoli gli avvocati torresi hanno redatto un documento ispirato dall’avvocato Vincenzo Aiello di Pompei (e al quale hanno aderito Elio D’Aquino, Antonio Cesarano, Antonio Di Martino, Germaine Popolo, Raffaella Aprea, Liborio Di Nola, Massimo Lafranco, Paola Vitiello, Mariella Macera, Annamaria Saracino e tanti altri) nel quale scrivono:
“A prescindere dalle diverse posizioni in campo nel dibattito che coinvolge il nostro Paese sull’uso del Green Pass, l’avvocatura non può restare silente su una norma che incide profondamente sulle libertà fondamentali del cittadino, tra cui il sacrosanto diritto ad essere rappresentato in giudizio, e che viola in maniera plateale le fondamenta dell’art 24 della Costituzione”.
L’attuale Ministro della Giustizia, dott.ssa Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale, tempo fa ebbe a dichiarare: “…Non può esistere un diritto speciale per periodi eccezionali”.
E ancora: “La funzione difensiva è sacra e non può essere compromessa sulla scorta di motivazioni infondate e illogiche. L’obbligatorietà del cosiddetto super green pass (destinato solo ai vaccinati) si è rivelato mezzo illusorio, capace finanche di collaborare alla diffusione indiscriminata del contagio, non persistendo, dunque, nessuna ragione sanitaria legata allo specifico utilizzo di tale mezzo discriminatorio, soprattutto se esteso ai protagonisti della funzione difensiva, molti dei quali verrebbero esclusi di fatto dal loro mandato con ricadute esiziali sullo Stato di diritto”.
E quindi una riflessione: “Né può trascurarsi che manca del tutto una decisa presa di posizione da parte degli organi rappresentativi dell’avvocatura, quale segno tangibile di una deriva pericolosa verso una acritica acquiescenza ad una situazione di assoluta illegittimità. Accettare oggi ,in nome di una emergenza, la cui gestione contraddittoria, sotto il profilo normativo, è sotto gli occhi di tutti, la violazione di detti principi costituzionali, significa legittimare anche in futuro, per qualsiasi altra ragione, la grave compressione dei diritti e delle libertà fondamentali”.
“Questa posizione, tra l’altro ricondotta strumentalmente, da detrattori in mala fede, nell’alveo di un acritico dissenso no vax, è condivisa da esimi costituzionalisti, sostenuta finanche da alcuni membri del CTS, e trova sempre più largo seguito nella diffusa sensibilità di chi intercetta in questo approccio del legislatore un’autentica scorciatoia autoritaria”.
E per tutti questi motivi che i firmatari del documento auspicano che Il Consiglio dell’Ordine di Torre Annunziata, “in difesa delle garanzie poste a sostegno della funzione difensiva, voglia proclamare uno stato di agitazione, impugnare il Decreto davanti alla Corte Costituzionale nella parte in cui prevede che “l’obbligo di esibire la certificazione verde è esteso anche ai difensori..”.
Inoltre si chiede di convocare ad horas un’assemblea da remoto al fine di stimolare un dibattito tra tutti gli iscritti e invitare la Presidenza del Tribunale, “nelle more di un quadro interpretativo certo, a vigilare per il regolare svolgimento dei processi senza alcuna compromissione dei diritti della difesa”.
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