Si registrano forti tensioni da ieri sera presso il carcere di Avellino – gia’ teatro nei giorni scorsi di una duplice evasione – in cui, a seguito dell’accertamento del contagio Covid di un altro detenuto, che si trovava allocato in una sezione diversa da quella destinata ai soggetti positivi al virus, si e’ innescata una protesta con l’incendio di alcuni materassi e un ristretto che avrebbe brandito un coltello.
Lo rende noto Gennarino De Fazio, leader della Uilpa penitenziari, spiegando che “da stamattina, poi, tutti i trentaquattro detenuti della sezione pretenderebbero di rimanere aperti, contravvenendo alle regole e agli orari stabiliti, cosi’ come e’ stato permesso ai circa 90 delle altre due sezioni in cui sono allocati detenuti affetti da Covid e in una della quale, peraltro, conviverebbero soggetti positivi e non”.
Il sindacalista aggiunge anche che “abbiamo notizia che qualcosa del genere avvenga o sia avvenuta nei giorni scorsi anche in altri penitenziari, come ad esempio presso la casa circondariale di Catanzaro, a una sorta di lockdown al contrario, con una specie di ‘aperti tutti’ e con l’Amministrazione penitenziaria, abbandonata a se stessa dalla politica e dal Governo, costretta nei fatti a indietreggiare rispetto alle pretese, anche illegittime, illegali e, talvolta, probabilmente costituenti reato, dei detenuti. Cio’ – sostiene De Fazio – avviene sia per il timore che possano innescarsi tensioni piu’ gravi o addirittura rivolte, come nel marzo del 2020, sia per l’insufficienza degli organici, decimati pure dal Covid, e degli equipaggiamenti. Del resto, il contagio da Covid-19 continua ad aumentare esponenzialmente e qualcuno dovrebbe chiedersi perche’, mentre nel Paese accenna a decelerare, nei penitenziari vi sono persistenti segnali in senso diametralmente opposto”.
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