โLa variante Omicron eฬ entrata in carcere. Un agente penitenziario che non ha avuto contatti con detenuti percheฬ prontamente isolato sarebbe il primo caso di contagio per la nuova variante Covidโ.
A riferirlo eฬ il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria โ S.PP. โ Aldo Di Giacomo rinnovando la preoccupazione per la situazione della diffusione della pandemia.
โSiamo ad incrementi settimanali โ afferma Di Giacomo โ dellโordine del 20% sia per i detenuti che per il personale. Bisogna dunque agire presto e bene proprio come sta accadendo per quanti arrivano in Italia per i quali non basta il Green Pass e viene richiesto il tampone. Eฬ tanto piuฬ necessario il ricorso a misure di rigore nelle carceri per chiunque entri in contatto con personale e detenuti.
Lo sollecitiamo ai Ministri alla Salute Speranza e Grazia e Giustizia Cartabia percheฬ non si sottovalutino le conseguenze della diffusione della variante nelle carceri.
Sconcerta โ dice Di Giacomo โ lโatteggiamento seguito sinora su due livelli: un nuovo giro di tamponi tra i detenuti e la sospensione dal servizio per il personale che non si eฬ vaccinato e che a noi risulta di poche centinaia di unitaฬ.
Praticamente lo โzero assolutoโ sul piano del contenimento del contagio e di conseguenza la gestione della nuova ondata pandemica nelle carceri. Eฬ da tempo che ripetiamo inascoltati i nostri appelli: lโobbligo vaccinale per il personale penitenziario, che ci vede convintamente favorevoli, non da oggi, non risolve in alcun modo la prevenzione dalla diffusione del Covid se lโobbligo non viene esteso a tutti, a cominciare dai detenuti e dai familiari e dagli avvocati dei detenuti.
Nei penitenziari ci sono flussi di ingressi settimanali dieci volte superiori al numero dei detenuti, a cui aggiungere i colloqui con diverse decine di avvocati e una durata anche di un paio dโore.
Contingentare i colloqui detenuti-familiari non puoฬ essere la soluzione, sottovalutando che nelle rivolte della primavera 2020 la sospensione dei colloqui eฬ stata la scintilla che ha innescato le violenze che tutti dovrebbero ricordare. Altro che Super Green Pass.
โDentroโ siamo fermi alla prima vaccinazione e non esiste lโalibi di detenuti no-vax, unโassoluta minoranza rispetto al numero complessivo della popolazione carceraria. Eฬ una situazione โ dice Di Giacomo โ che riprova la tesi coltivata da parte dello Stato del carcere completamente avulso dal resto della cittaฬ dove invece si punta ad accrescere controlli e azioni di contrasto al Covid.
Francamente non riusciamo a capirne le motivazioni tanto piuฬ che il tentativo ripetuto di rivolta nel carcere di Taranto, a seguito del nuovo focolaio di Covid, dovrebbe mettere in guardia.
A noi pare di cogliere โ afferma il segretario generale del Sindacato Penitenziari โ una sorta di paura dello Stato che non ha alcuna intenzione di introdurre prescrizioni rigorose sul doppio piano giuridico e sanitario temendo la reazione di quei clan di criminali che continuano a dimostrare di comandare e controllare i penitenziariโ.
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Articolo pubblicato il giorno 18 Dicembre 2021 - 13:10