san nicola
Santo del giorno: la chiesta festeggia oggi 6 dicembre san Nicola.
“Nella tua beata anima hai costruito ogni sorta di preziosissime virtù, come brillantissime pietre in un prezioso tesoro”. Sono parole molto antiche, che ben attestano la venerazione verso questo vescovo DEL IV secolo, spesso definito “il san Francesco dell’Alto Medioevo” per la sua carità nei confronti dei semplici e degli umili, e per il quale storia e leggenda finiscono per intrecciarsi in maniera inestricabile.
Una notorietà universale, per un nome che ricorre in molti Stati: in Francia al femminile Colette, in Germania nella forma Nikolaus, negli Stati Uniti col diminutivo Nick, in Russia come Nikita, in Svizzera come (santa) Klaus (o Babbo Natale), secondo una tradizione che lo identifica con il personaggio natalizio che porta i doni ai bambini buoni nel giorno della sua festa.
San Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.
Mirabili furono quivi i suoi slanci d’amore al Signore ed il progresso quotidiano nella virtù. Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase celebre il seguente fatto.
Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l’innocenza, non potendo a causa della loro povertà trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente il necessario per la dote di una figlia.
La sua grande devozione lo spinse a visitare la Terra Santa. Durante il viaggio, quando la nave su cui era montato si trovava in alto mare, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della salvezza.
Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia. Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.
Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe parte assai attiva nella confutazione di Ario.
Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l’anno 342.
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