strong>Santa Maria Capua Vetere. “Il Covid è la prima emergenza delle strutture penitenziarie in Campania come nel resto d’Italia: a Santa Maria Capua Vetere il ‘focolaio’ da giorni è senza controllo con 24 detenuti e 7 agenti positivi; nel carcere minorile di Airola 24 sono i ragazzi detenuti collocati da giorni in isolamento.
Cosa aspettano ancora i ministri alla Salute e Giustizia ad istituire un open day nelle strutture campane come in tutte le altre del Paese, con le stesse modalità con cui si svolgono gli open day fuori?”. È la domanda che viene dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.Pp. Aldo Di Giacomo.
”Sulla situazione di Santa Maria Capua Vetere non può che farci piacere – aggiunge Di Giacomo – il fatto che il Garante dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, a differenza degli altri Garanti regionali e locali in assoluto silenzio, abbia condiviso la nostra richiesta di ‘un open day vaccinale dedicato ai detenuti all’interno del carcere’“.
“Non possiamo aspettare – continua – i tempi degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per 132,9 milioni di euro, utilizzabili dal 2022 al 2026 per la ‘costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture’, tra l’altro senza ancora disporre di progetti esecutivi e senza indicare cosa fare in materia di tutela della salute, sottovalutando la grave carenza di ambulatori e reparti specifici per detenuti malati cronici. È da tempo che ripetiamo inascoltati i nostri appelli: l’obbligo vaccinale per il personale penitenziario, che ci vede convintamente favorevoli, non da oggi, non risolve in alcun modo la prevenzione dalla diffusione del Covid se l’obbligo non viene esteso a tutti, a cominciare dai detenuti e dai familiari e dagli avvocati dei detenuti”.
“Altro che Super Green Pass, secondo le prescrizioni che ‘fuori’ scattano oggi – conclude – Dentro siamo fermi alla prima vaccinazione e non esiste l’alibi di detenuti no vax, un’assoluta minoranza rispetto al numero complessivo della popolazione carceraria. È una situazione – dice Di Giacomo – che riprova la tesi coltivata da parte dello Stato del carcere completamente avulso dal resto della città dove invece si punta ad accrescere controlli e azioni di contrasto al Covid”.
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