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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 20 Gennaio 2025 - 21:55
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Monsignor Battaglia presenta il Patto educativo per Napoli

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Il patto educativo per Napoli รจ stato presentato ieri dal vescovo Don Mimmo Battaglia che ha incontrato nel Duomo tutti coloro che hanno aderito al suo appello.

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Lโ€™appello lanciato nei giorni scorsi dallโ€™Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, attesa lโ€™urgente necessitร  di un Patto Educativo per lโ€™area metropolitana di Napoli , รจ stato accolto con attenzione e favore tanto che si รจ avuta lโ€™adesione di numerose istituzioni, realtร  ecclesiali, enti del terzo settore e del volontariato, del mondo della scuola e della societร  civile.

Particolarmente significativa รจ stata la risposta positiva del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e del Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, i quali hanno manifestato vivo interesse per lโ€™iniziativa e volontร  di creare una rinnovata rete che con spirito sinergico, solidale e comunitario, possa adoperarsi per il bene dei figli piรน piccoli e giovani della cittร  di Napoli.

Con tale premessa e per iniziare un opportuno cammino comunitario, lโ€™Arcivescovo ha incontrato tutti coloro che hanno aderito. Don Mimmo ha presentato alcune proposte concrete, confrontandosi con le autoritร  presenti. La scelta di mettere a disposizione il Duomo per questโ€™incontro non liturgico nรฉ strettamente pastorale testimonia il convincimento dellโ€™Arcivescovo e della Chiesa napoletana che i bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli sono il bene piรน sacro della cittร , il suo tesoro piรน prezioso, le fondamenta su cui edificare il presente e il futuro dellโ€™intera comunitร  cittadina.

Discorso nel primo incontro con gli aderenti al Patto Educativo

โ€œCarissimi amici ed amiche, ringrazio vivamente ciascuno di voi per essere qui, questโ€™oggi, nella chiesa cattedrale di Napoli.

Qualcuno potrebbe pensare: ma perchรฉ un Vescovo mette a disposizione la cattedrale per un momento non liturgico e neanche di preghiera o spiritualitร ? Come gli viene in mente? Me lo sono chiesto anche io, nel tentativo di capire lโ€™impulso del cuore che mi diceva che questo processo comunitario del Patto Educativo dovesse iniziare proprio qui, in questa chiesa tanto cara al popolo partenopeo, custode di reliquie che sanno di storia, di fede, di arcano, come lโ€™ampolla del sangue, quella del santo patrono Gennaro.

La risposta รจ sorta immediata, semplice e chiara: era necessario incontrarci qui perchรฉ i bambini, i ragazzi e i giovani sono la cosa piรน sacra di Napoli, una reliquia del suo futuro, il germoglio del suo presente, il bene piรน importante! Un noto motto dice che โ€œse uno sogna da solo รจ solo un sogno, ma se molti sognano insieme รจ lโ€™inizio di una nuova realtร โ€.

Per questo sono felice per la vostra presenza di oggi: il vostro esserci, questo pomeriggio, testimonia che non sto sognando da solo, che il Patto Educativo non รจ semplicemente frutto di unโ€™idea del Vescovo o della Chiesa, ma รจ molto di piรน: una necessitร , unโ€™urgenza, un percorso condiviso da tanti sognatori che nel mettersi insieme, indipendentemente dai mondi di provenienza e dalle differenze culturali, decidono di dar vita ad un sogno comune. Ma il nostro essere insieme รจ anche molto di piรน, perchรฉ nel decidere di camminare lโ€™uno con lโ€™altro per il bene dei piccoli, superiamo i recinti del sogno e ci ritroviamo ad essere segno, segno concreto di attenzione alle giovani generazioni, segno di responsabilitร  nei loro riguardi, segno capace di aggregare altri sognatori in questo camino comune che ha come obbiettivo il bene dei nostri ragazzi.

Per questo ringrazio gli Assessori Regionali Mario Morcone e Lucia Fortini, il Sindaco Gaetano Manfredi, il signor Prefetto di Napoli, e tutte le autoritร  convenute per essere qui, a sognare con noi e a decidere di passare dal sogno al segno. E ringrazio anche il mio confratello Vescovo Carlo Villano, ausiliare di Pozzuoli, nel cui territorio ricadono alcuni quartieri di Napoli, per aver aderito con convinzione al Patto Educativo, insieme alla sua Chiesa!

Il percorso che oggi inizia non vuole essere il cammino solitario di una realtร , fossโ€™anche la Chiesa, ma un processo fatto di incontri inclusivi, di reciproche contaminazioni, di continui confronti tra istituzioni, realtร  ecclesiali, mondo della scuola, universitร , enti del terzo settore, associazioni e societร  civile affinchรฉ i bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli possano essere rimessi al centro delle politiche educative e del dibattito cittadino. รˆ giunto il tempo della responsabilitร  costruttiva e per questo ora piรน che mai serve un patto educativo capace di generare una cultura dellโ€™inclusione, affinchรฉ nessuno sia lasciato indietro, nรฉ oggi nรฉ mai.

La scia di sangue che ha attraversato la cittร , procurando la morte a delle giovani vite e terrore e angoscia a interi quartieri, strade, famiglie, non puรฒ lasciarci indifferenti e inermi ad attendere chi sa cosa: ognuno deve sentirsi interpellato dal grido della cittร , ognuno deve dare il proprio contributo alla vita della comunitร , ognuno deve essere per le nuove generazioni un segno di speranza e di resurrezione, a partire dal proprio ambito, dovere, ruolo.

Dobbiamo guardare in faccia, con coraggio, le tante fatiche e ferite della nostra comunitร , iniziando dalle periferie esistenziali, da quelle non legate cioรจ esclusivamente alla geografia ma alla condizione sociale. La periferia infatti รจ un contesto in cui sono povere le relazioni solidali, scarsi i servizi, inadeguata la cura dei beni comuni, escludente la narrazione che si realizza nella scena pubblica. Il complesso di queste condizioni rappresenta lo stato di povertร  ed emarginazione cui si aggiunge la convivenza con vaste zone di illegalitร , delinquenza, crimine organizzato. Lโ€™insieme di queste condizioni non รจ riconducibile alla sola povertร  economica ma anche alla condizione di esclusione sociale e culturale.

Se la lotta alla povertร  assoluta riguarda i responsabili delle politiche economiche e lavorative, la lotta allโ€™emarginazione รจ un problema eminentemente culturale ed educativo e comporta lโ€™impegno di intere comunitร  per colmare quel divario tra le condizioni di emarginazione ed una vita civile accettabile.

Lโ€™obiettivo specifico del Patto Educativo deve essere quello di promuovere quelle forme di accompagnamento, cura e partecipazione di ragazzi e giovani e delle loro famiglie, adeguate a contrastare il degrado umano conseguente alla condizione di emarginazione sociale e povertร  economica e morale. Ed รจ necessario che nelle situazioni piรน delicate e multiproblematiche le famiglie siano affiancate nella cura educativa da persone appassionate, formate, esperte di relazione, corresponsabilitร  e capaci di coinvolgimento.

Si, amici, non possiamo piรน voltarci dallโ€™altra parte. Non possiamo passeggiare per la nostra Napoli, incontrare i volti di tanti bambini abbandonati a sรฉ stessi e passare oltre, come se non fossero figli nostri, come se la loro cura non dipendesse anche da noi.

Non vi nascondo che ho iniziato ad avvertire la necessitร  di questo Patto proprio allโ€™inizio del mio servizio di Vescovo qui a Napoli. Un pomeriggio mentre percorrevo a piedi via Duomo, ho incontrato alcuni ragazzini che giocavano con delle pistole finte. Ma ciรฒ che mi ha impressionato non รจ il gioco in sรฉ ma lโ€™imitazione realistica del linguaggio e dello stile camorristico, tale da lasciar intravedere che quella cultura non era loro estranea ma in qualche modo la respiravano, la assorbivano, probabilmente senza degli adulti capaci di essere per loro filtri sani, utili a preservarli dal male orientandoli verso il bene.

E da quel giorno quanti volti di bimbi, ragazzi, giovani ho incontrato! Storie ferite, ali spezzate prima ancora di spiccare il volo, vite segnate dallโ€™assenza di un mondo adulto sano e accudente: non possiamo andare avanti cosรฌ! Serve un cambiamento ed รจ per questo che desidero offrire alcune proposte intorno alle quali โ€“ spero โ€“ possa nascere un confronto tra tutti coloro che hanno risposto al mio appello di qualche mese fa.

Ripartire dallโ€™etica della cooperazione. Tante volte e in ambiti diversi mi capita di sottolineare lโ€™importanza di un passaggio capace di eliminare lโ€™idolatria dellโ€™individualismo per abbracciare un rinnovato senso di comunitร , passando dallโ€™io al noi. Senza questo passaggio ogni altra iniziativa o proposta sarร  inutile. Anche i fondi del PNR destinati allโ€™educazione e alla scuola, senza unโ€™etica della cooperazione, della valorizzazione reciproca, dellโ€™aiuto solidale rischieranno di diventare una manna lasciata marcire per terra. Senza risvolti efficaci e reali per i nostri ragazzi. Paradossalmente la prima proposta che vi presento รจ proprio questa: dare vita al Patto, scegliere di non fare da soli senza gli altri, creare rete e sistema, superare le logiche clientelari per dar vita ad una comunitร  educante fondata sullโ€™etica della cura e della responsabilitร .

Costituire in ogni municipalitร  o territorio un Tavolo Educativo volto a creare e consolidare legami di collaborazione e confronto tra Scuola, Servizi Sociali Comunali, Parrocchie, Enti, Fondazioni, Cooperative e ogni altro ente impegnato nel mondo dellโ€™educazione e dellโ€™inclusione sociale. Il Tavolo Educativo diventa un vero e proprio laboratorio di co-programmazione e co-progettazione e rende concreto e realizzabile un nuovo approccio alle problematiche e al tema della povertร  educativa, che puรฒ essere vincente solo se sistemico, sinergico e corresponsabile.

Costituire una Agenzia per lo sviluppo delle pratiche educative inclusive che possa occuparsi di mappare, coordinare e monitorare i progetti educativi attivi in tutti i territori, attivando la costruzione di โ€œcomunitร  educantiโ€ e di un contesto educativo diffuso, che sappia riconoscere e intrecciare gli apprendimenti formali con quelli non formali per realizzare interventi formativi complessi. Per far questo รจ necessario creare un gruppo di lavoro per la valutazione di impatto sociale in grado di misurare lโ€™efficacia dei processi innescati e definire la cartografia delle povertร  educative.

Affidare allโ€™ Agenzia per lo sviluppo delle pratiche educative inclusive la costruzione di un sistema digitale capace di monitorare la dispersione scolastica in tempo reale e di intervenire immediatamente nel momento stesso in cui la vita di un minore si immerge nellโ€™invisibilitร . Tale intervento richiede una programmazione integrata dei servizi e delle politiche educative.

Valorizzare la scuola non solo come luogo di apprendimento, ma come laboratorio sociale e comunitร  educativa partecipante, che attraverso una fitta rete di rapporti con il territorio possa ampliare e migliorare la propria offerta formativa. Valorizzando le numerose esperienze educative del terzo settore, del mondo ecclesiale, dello sport, la scuola puรฒ divenire un importante crocevia di connessioni, volte a creare una fitta rete educativa, un โ€œsistemaโ€ di cura capace di contrastare a livello preventivo โ€œo sistemaโ€ della camorra.

Diversificare e individualizzare i progetti e le azioni educative, facendo in modo che ogni proposta, ogni spazio, ogni progetto (di inclusione, di accompagnamento, di promozione, di reinserimento) nellโ€™ambito della cura educativa, sia sempre piรน pensato sulla base delle persone che abitano quel territorio e del suo peculiare contesto economico, sociale e culturale.

Investire su specifici processi di formazione degli educatori per implementare le competenze relazionali e pedagogiche, dando vita anche a nuovi profili professionali di educatori e docenti in grado di sviluppare il lavoro educativo in situazioni difficili e complesse anche attraverso la promozione di nuove metodologie educative che superino quelle tradizionali. In particolare รจ importante che chi si prende cura sia capace di prossimitร  e di ascolto, di una relazionalitร  sana e di unโ€™intenzionalitร  che riconosca ragazzi, adolescenti e giovani come protagonisti dellโ€™oggi, capaci di contribuire allโ€™arricchimento della comunitร  tutta.

Cari amici, come ho detto piรน volte, sotto la croce della nostra cittร  dobbiamo piรน che mai questโ€™oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli!

Dobbiamo ricordare che il presente e il futuro della nostra cittร  dipende dallโ€™impegno di tutti, dalla capacitร  che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunitร , dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli โ€œioโ€ impauriti e distratti nella forza di un grande โ€œnoiโ€, la cui carica profetica puรฒ essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra!

Il tempo storico che viviamo, ricco di opportunitร  e rischi, nella sua complessitร  ci chiede di concretizzare al piรน presto il Patto Educativo per la Cittร ! Non รจ piรน il tempo delle promesse sterili, delle firme facili, degli slogan e degli eventi fini a se stessi. I bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli non possono piรน aspettare: non puรฒ aspettare Ciro, nato in un carcere da una madre detenuta e poi lasciato a degli zii che lo hanno abbandonato al suo destino solitario; non puรฒ aspettare Rosa, figlia di due genitori maltrattanti e abusanti che vive da anni in una comunitร  sognando una famiglia; non puรฒ aspettare Armando che dalla cella di un carcere si riguarda indietro chiedendosi come mai nessun adulto lo abbia salvato quando iniziava a muovere i primi passi tra gli spacciatori sotto casa; non puรฒ aspettare Genny che sogna di non dover lasciare la sua terra per paesi lontani e che chiede a tutti noi la possibilitร  di essere parte attiva del cambiamento e della rinascita della nostra cittร .

Per questo non possiamo stare a guardare dalla finestra: ognuno si senta interpellato dal grido della cittร , ognuno dia il proprio contributo alla vita della comunitร , ognuno sia per le nuove generazioni un segno di resurrezione, camminando insieme al fiume di vita e di speranza che non ha mai smesso di attraversare Napoli e la cui pacifica esondazione potrebbe lavare il sangue versato e fecondare nuove primavere sociali! รˆ questo il tempo! Nel bel mezzo di questo inverno lasciamo fiorire la speranza e con il nostro impegno affrettiamo la primavera!โ€.

@RIPRODUZIONE RISERVATA


Articolo pubblicato il giorno 21 Dicembre 2021 - 08:23


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