Mazzette per un appalto di 75 milioni di euro: arrestato presidente Sat ed ex Sottosegretario ai Lavori pubblici.
C’è anche l’ex sottosegretario di Stato Antonio Bargone tra i quattro finiti ai domiciliari con l’accusa di corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti nell’ambito dell’inchiesta della guardia di finanza di Benevento.
L’indagine della guardia di Finanza coordinata dalla procura di Benvento riguarda presunti illeciti commessi per l’aggiudicazione di una procedura aperta indetta da Autostrade per l’Italia per un importo di oltre 75 milioni di euro.
Quattro le persone finite agli arresti domiciliari: Antonio Bargone (presidente pro-tempore della SAT, Societa’ Autostrada Tirrenica spa, concessionaria di una tratta autostradale dell’A12 e partecipata al 99,931% da Autostrade per l’Italia), già sottosegretario ai lavori pubblici dal 1996 al 2001; Fulvio Rillo, imprenditore della provincia di Benevento; Gianpaolo Venturi, intermediario residente in Emilia Romagna, già responsabile dell’Area Commerciale di Coopcostruttori dal 1976 al 2003, nella cui abitazione sono stati rinvenuti circa 200mila euro in contanti; e Vincenzo Voci, “contract manager” di Autostrade per l’Italia.
I finanzieri hanno anche sequestrato la somma di 64.128 euro. Durante le indagini, durate oltre un anno, sono stati acquisiti indizi circa una “mazzetta” corrisposta da un componente della famiglia dell’imprenditore Rillo a un dipendente dell’ANAS. Colui che viene indicato come l’intermediario per conto dell’impresa beneventana si recava spesso a Roma per acquisire e riferire informazioni sugli sviluppi delle gare di appalto e frequenti sarebbero stati i contatti telefonici e in presenza, tra giugno e settembre 2020, anche con il presidente di SAT.
Incontri finalizzati a determinare – in cambio di denaro – l’aggiudicazione della gara indetta da ASPI al raggruppamento temporaneo di imprese di cui la società beneventana era capogruppo.
L’appalto in questione e’ inerente a lavori sulle tratte autostradali della DT6 di Cassino, per 76,5 milioni di euro, tra Puglia, Campania e Lazio. Per l’aggiudicazione e’ stata prevista la procedura “aperta” alla quale hanno partecipato solo due concorrenti: un consorzio con sede in Napoli, la cui offerta era stata ritenuta la più vantaggiosa, e il gruppo di Rillo cui sono stati assegnati provvisoriamente i lavori ma grazie – secondo gli inquirenti – all’intervento di vari intermediari e alla promessa di una somma di denaro pari all’0,5% dell’importo complessivo, cioe’ circa 360mila euro, di cui l’imprenditore beneventano avrebbe pagato subito una prima tranche da 60mila euro.
Nel corso della notifica del provvedimento cautelare, in casa di Gian Paolo Venturi, ritenuto il collettore delle tangenti nell’ambito degli appalti di Autostrade sono stati trovati 200mila euro in contanti.
Le Fiamme gialle stanno ancora quantificando il denaro ritrovato in casa di Venturi, che in passato e’ stato coinvolto in altre indagini giudiziarie, per il fallimento di Coopcostruzioni in primo luogo.
Secondo gli inquirenti, ogni componente del raggruppamento temporaneo di imprese doveva fare la propria parte e concorrere al pagamento delle tangenti per garantire il buon fine dell’appalto da 76,5 milioni di euro bandito da Autostrade per l’Italia spa. E’ la sintesi del procuratore di Benevento, Aldo Policastro, dell’indagine che ha portato all’emissione delle 4 misure cautelari agli arresti domiciliari. “Un patto corruttivo in essere”, lo definisce Policastro, fermato molto probabilmente dai provvedimenti eseguiti oggi dalla Guardia di finanza. E l’inchiesta è tutt’altro che conclusa. Durante le perquisizioni domiciliari sono stati rinvenuti elementi importanti per delineare meglio il quadro investigativo e sono stati notificati inviti a comparire ad altre persone indagate.
Le indagini del nucleo investigativo delle Fiamme gialle di Benevento si muovono anche su un altro fronte: qualcuno avrebbe infatti intralciato il lavoro degli investigatori, fornendo informazioni o suggerimenti per come eludere le indagini. Ci sono degli avvisi anche su questo fronte e nei prossimi giorni gli inquirenti sanniti ascolteranno anche altre persone. Tra queste sicuramente i componenti del raggruppamento di imprese, che sarebbero stati a conoscenza dell’attività di pressioni su Autostrade per l’Italia per consentire l’aggiudicazione dei lavori per la tratta Dt6 di Cassino – Lotto 7. I lavori prevedono interventi di manutenzione delle pavimentazioni della piattaforma autostradale, degli svincoli, delle aree di servizio e di parcheggio e di pertinenze lungo le tratte autostradali e di tutte le aree, opere, impianti e installazioni compresi nel patrimonio autostradale o complementari a esso. In un anno di indagini, gli investigatori hanno documentato frequenti incontri tra gli indagati, soprattutto a Roma, dove sarebbero state concordate strategie, cifre e modalita’ di consegna. In questo senso è particolarmente rilevante la figura di Venturi, che avrebbe ottenuto le informazioni piu’ importanti per seguire tutta la procedura di aggiudicazioni dell’appalto. Il suo ruolo era anche di sollecitare per l’aggiudicazione dell’appalto e di concordare le condizioni economiche e i pagamenti delle tangenti.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti in circa un anno di indagini la maxi tangente da 360mila euro che il raggruppamento di imprese di Benevento avrebbe dovuto pagare era destinata in gran parte – circa 260 mila euro – al presidente della Societa’ Autostrada Tirrenica spa, allo stato solo indagato, e 100mila al dipendente Aspi Vincenzo Voci, ora ai domiciliari. Ma il pagamento fino ad ora non era mai avvenuto. Per gli inquirenti, l’aggiudicazione della gara avrebbe comportato sinora un esborso da parte dell’azienda beneventana aggiudicataria di 64.124 euro circa.
Agli atti della indagine, ci sono decine e decine di intercettazioni e di riscontri agli incontri di persona che il responsabile commerciale di Coopcostruttori, per conto dell’azienda sannita, aveva a Roma per seguire gli sviluppi della gara d’appalto. Una volta aggiudicata, la gara era stata contestata dalla società non ammessa, ma le analisi dei tecnici Aspi non davano conto di anomalie.
Secondo gli inquirenti, le pressioni dello stesso dipendente di Aspi destinatario di misura cautelare avevano consentito l’aggiudicazione provvisoria per la quale l’azienda di Benevento avrebbe versato solo poco piu’ 60mila euro, promettendo attraverso l’intermediario di ‘saldare’ successivamente il ‘conto’. Per giustificare l’esborso, sarebbero state fatturate operazioni inesistenti, come compenso per un patrocinio legale dinanzi al Tar del Molise.
Nel pomeriggio, Autostrade per l’Italia ha diffuso un comunicato con il quale annuncia la sospensione delle persone coinvolte nell’inchiesta. “Nelle prime ore del mattino, preso atto dell’informativa ricevuta dagli organi inquirenti di Benevento – e nel pieno rispetto delle procedure interne emesse nell’ambito del piano di trasformazione aziendale – ha provveduto, in via cautelativa, alla immediata sospensione degli incaricati di pubblico servizio coinvolti nelle indagini”. La società si rende “fin da ora disponibile a fornire la massima e necessaria collaborazione con le autorita’ giudiziarie affinchè la vicenda venga chiarita nel più breve tempo possibile. Autostrade per l’Italia, in qualità di parte lesa dal presunto operato degli incaricati coinvolti nell’illecito, si riserva di adottare ogni altra eventuale azione a tutela propria e di tutti gli stakeholders aziendali”. Contestualmente e compatibilmente con le indagini in corso, ASPI “ha attivato le azioni di governance necessarie e previste per garantire la piena gestione delle attivita’ aziendali, in continuita’ e completa trasparenza”. In via preventiva, in attesa dell’esito delle indagini, la ATI aggiudicataria dei lavori di pavimentazione in area campana – con un contratto di due anni non ancora avviato, la cui validità operativa era infatti prevista a partire dal 2022 – è stata “al momento sospesa dall’incarico oggetto del contratto e sono in corso le valutazioni per garantire l’esecuzione dei lavori, anche considerando la società in house e previa comunicazione al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilita’ sostenibili”. La società esprime “piena fiducia nell’esecuzione delle indagini per una rapida definizione della vicenda”.
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