Vittima di un pirata della strada: la famiglia decide di donare gli organi del 37enne di Pianura travolto e ucciso giovedì scorso.
Dopo il decesso, grazie al consenso della famiglia, dal corpo della vittima – padre di due figlie di cui la più piccola di appena tre anni e mezzo -, sono stati espiantati quasi tutti gli organi, un gesto di civiltà e generosità per salvare altre vite tutt’altro che semplice in quanto la salma era sottoposta a sequestro giudiziario.
Fortunatamente la responsabile della regione Campania per la donazione degli organi, tessuti e cellule, d’intesa col Centro regionale trapianti, ha interloquito direttamente con l’Autorità giudiziaria riuscendo a superare l’impasse.
Da alcune ricostruzioni emerge che il fatale incidente sia avvenuto poco dopo l’una di notte di giovedì scorso, quando la vittima aveva da poco finito il turno di lavoro in una pizzeria di Soccavo. Aveva anche inviato un messaggio alla compagna avvertendola che stava rientrando.
Solitamente il 37enne di Pianura camminava sempre a piedi ma quella fatale sera di giovedì, siccome pioveva, – come ricostruisce Il Mattino- aveva accettato un passaggio da un amico, proprietario di una affidabile bicicletta a pedalata assistita. E, nonostante il proprietario del mezzo indossasse un giaccone con i rifrangenti, il pirata della strada, viaggiando a velocità molto sostenuta, avrebbe travolto la bici.
Dopo il violento impatto tra l’auto e la bicicletta, il pirata si sarebbe anche fermato per verificare l’accaduto. Probabilmente alla vista dei due feriti sull’asfalto, uno che se l’è cavata con una frattura e il secondo, grave, che giaceva in una pozza di sangue e poi deceduto in ospedale, spaventato dalla scena si sarebbe allontanato passando sulla stessa bicicletta che intanto giaceva sulla carreggiata. Ciò lo avrebbe poi costretto a fermarsi nuovamente, poco più avanti, nei pressi di un distributore di benzina, per cambiare una ruota che si era bucata presumibilmente in quel frangente.
L’intervento del 118, con un primo accesso all’ospedale San Paolo di Napoli e poi all’Ospedale del Mare dove il giovane è stato ricoverato nel reparto di rianimazione, non ha sortito gli effetti sperati. Dopo un intervento di neurochirurgia per frenare l’emorragia intracranica, i tentativi e gli sforzi dei medici di rianimarlo, non s’è potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo e l’avvenuta morte cerebrale.
Una condizione che, visto l’assenso dei familiari, ha consentito di prelevare gli organi in una concitata corsa a ostacoli. Grazie all’intervento della rete trapianti, dell’avvocato generale della Repubblica, Antonio Gialanella e al decisivo pronunciamento del Procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo si è così proceduto all’espianto degli organi.
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