Sul tavolo del governo c’è una riflessione sulla riduzione della quarantena per i vaccinati venuti a contatto con un positivo. E’ la risposta ai tanti appelli arrivati da più parti: con i contagi record che si continuano a registrare ogni giorno si rischia, infatti, una sorta di ‘lockdown’ per i vaccinati.
Anche le Regioni, per bocca del presidente Massimiliano Fedriga, spingono affinché si faccia questa “riflessione”, garantendo sì la “massima sicurezza” ma “senza bloccare il Paese”. “Bisogna cambiare le regole e farlo al più presto prima che si blocchi un intero Paese”, gli fa eco il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che chiede di allargare l’obbligo vaccinale.
La quarantena “deve essere rivista ma solo sulla base della scienza. Il Cts si esprima”, è l’invito del presidente del Veneto Luca Zaia.”La quarantena non è pensata per ridurre la malattia clinica, ma per ridurre il contagio”, spiega l’epidemiologo Donato Greco, del Cts.
“Questo virus ha una trasmissibilità di alcuni giorni, con una notevole variabilità, perché il tempo di incubazione va da 2 a 14 giorni e all’interno di questo range è pensabile discutere di una abbreviazione della quarantena orientata al tempo di guadagno per vaccinarne di più”.
Anche la politica inizia ad appoggiare l’idea. E’ per una convivenza più ‘pacifica’ con il virus Matteo Renzi: “Se sei vaccinato non vai in quarantena in caso di contatto con un positivo. Acceleriamo sui vaccini, anche sulle terse dosi, anche senza prenotazione. Se ci sono delle restrizioni, facciamole solo per i no vax, perché non è giusto che i vaccinati paghino il conto delle scelte dei no vax”, dice. Sulle stesse posizioni Licia Ronzulli di Forza Italia e Osvaldo Napoli di Coraggio Italia.
D’accordo con l’ipotesi Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe che, per spiegare la situazione, fa un esempio esaustivo: “se dovessimo avere un milione di positivi – dice – vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile”.
Le regole vanno necessariamente riviste”, spiega a LaPresse Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici. Con i casi di Covid che aumentano “bloccare a casa per precauzione ogni contatto fa saltare il tracciamento: con questi numeri il personale non basta per fare tutti i tamponi”, ribadisce facendo appello al “buonsenso” e suggerendo di mettere “in isolamento chi presenta i sintomi” con “un occhio di riguardo nel tracciamento dei pazienti più fragili e di chi non è vaccinato”.
Di fronte a questo coro pressoché unanime, il generale Francesco Paolo Figliuolo assicura che quello sulla revisione “è uno studio che al momento stanno facendo all’Istituto superiore di Sanità unitamente agli scienziati”, suggerendo che la decisione non sarà comunque imminente. La stessa posizione del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che spiega:
“Valuteremo tra un paio di settimane, ma non oggi perché così facendo si ridurrebbe una quarantena per una persona che è sicuramente vaccinata ma c’è il rischio che non abbia la Omicron ma la variante Delta, che è quella che sta dando maggiori problemi per ricoveri e decessi”.
Un invito alla pazienza che, però, non trova riscontro nella vita di tutti i giorni. In prossimità del Natale, infatti, c’è stato un ricorso in massa al tampone, con file lunghissime fuori dalle farmacie. “Credo che la corsa ai tamponi registrata in questi giorni sia legata alla volontà da parte degli italiani di trascorrere le vacanze in famiglia in serenità, soprattutto laddove vi siano anziani e persone fragili. Un accorgimento in più preso per scrupolo”, spiega a LaPresse, Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) che sottolinea “l’impegno straordinario” messo in atto dalla categoria che da “30mila tamponi” al giorno è arrivata a processarne “1 milione”.
Per ora “il sistema tiene”, assicura Mandelli, confidando che si tratti solo di una necessità contingente. “Vedremo cosa succederà se mai dovessimo arrivare a 100mila contagi al giorno”, prosegue e consiglia di limitare i tamponi solo “ai casi strettamente necessari, dopo essersi consultati con il proprio medico”.
I contagi intanto non accennano a fermarsi: sono 30.810 i nuovi casi e 142 i nuovi morti, che portano le vittime a un totale di 136.753 da febbraio 2020. Crescono anche le degenze. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono +503, per un totale di 9.723 ricoverati. I posti letto occupati in terapia intensiva sono +37, che portano il totale dei malati più gravi a 1.126, con 100 ingressi in rianimazione.
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