Castellammare. Si è concluso con tre clamorose assoluzioni e 4 condanne lo stralcio con rito abbreviato del maxi processo Tsunami sul clan D’Alessandro.
E i tre assolti sono proprio Teresa Martone, moglie del defunto padrino della camorra stabiese Michele D’Alessandro e che era difesa dagli avvocati Gennaro Somma e Renato D’Antuono. Assolto anche il figlio di Teresa Martone ovvero Pasquale D’Alessandro (sempre difeso da Somma e D’Antuono) e assolto anche Michele D’Alessandro (difeso dall’avvocato Stefano Sorrentino) figlio di Luigi D’Alessandro, fratello del padrino uscito dal carcere due anni fa dopo circa 30 anni di detenzione. Condannato invece a otto anni di carcere Nunzio Bellarosa (difeso dall’avvocato Francesco Romano) mentre Antonio Lucchese (difeso dagli avvocati Alfonso Vozza e Aniello Di Martino) è stato condannato per le estorsioni in continuazione a 5 e 10 mesi.
Infine i due pentiti Renato Cavaliere e Salvatore Belviso sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e 4 mesi di carcere e a 2 anni. E’ fissato invece per il 25 gennaio davanti al Tribunale di Torre annunziata la parte più corposa del processo che vede altri 22 imputati tra cui Vincenzo D’Alessandro altro figlio del defunto padrino.
Le accuse mosse agli imputati vanno dall’associazione, al traffico di droga, passando dall’usura al racket.I fatti contestati nelle oltre 1500 pagine dell’inchiesta risalgono al lontano 2006 e terminano a ridosso dell’omicidio Tommasino.
Gli investigatori si sono serviti di intercettazioni telefoniche e ambientali per incastrare soprattutto i principali esponenti dei D’Alessandro. Tutto ruota soprattutto intorno a ‘Enzuccio’ figlio del capoclan Michele D’Alessandro che ha gestito per anni l’organizzazione criminale. Un boss senza scrupoli che imponeva tassi estorsivi elevatissimi e che colpiva più imprenditori contemporaneamente. La percentuale di Scanzano sugli appalti era del 5%, sia su lavori pubblici che privati.
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Articolo pubblicato il giorno 1 Dicembre 2021 - 17:11