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Arresti a luci rosse, mamma sequestrata col figlioletto e costretta a prostituirsi: 2 arresti

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Gli agenti del Commissariato di polizia di Roma Viminale, congiuntamente al personale della Squadra Mobile di Napoli, ha dato esecuzione a due ordinanze di applicazione della custodia cautelare in carcere ed una dell’obbligo di dimora, disposte dal gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di cittadini stranieri G. N. D. (classe 93), D. C. (classe 85) e R.A.M. (classe 2000), per i delitti di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione ed estorsione ai danni di giovani donne romene, condotte pluriaggravate.

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L’indagato D.C. veniva tratto in arresto anche per i delitti di furto di rame, consumati nella provincia di Caserta.

Le indagini avevano origine, nell’agosto di quest’anno, dalla querela sporta da una giovane rumena, vittima dei delitti di sfruttamento della prostituzione, la quale rivelava le condotte subite da parte dei due indagati connazionali.

Emergeva che la stessa, dopo essere riuscita a sottrarsi al controllo degli sfruttatori, era stata sequestrata, unitamente al proprio figlio minore, per essere nuovamente costretta a prostituirsi, condotta attuata reperendo i clienti tramite annunci su siti d’incontro. Gli accertamenti avviati nell’immediatezza consentivano di corroborare il preciso narrato della vittima ed identificare gli autori.

Venivano conseguentemente esperiti ulteriori approfondimenti, attuati mediante intercettazioni, indagini che consentivano di approfondire la dinamica criminale, come riferita dalla fonte primaria. L’ascolto delle conversazioni registrate sulle utenze in uso ai due uomini, permetteva infatti di documentare che l’intera organizzazione dell’attività di meretricio fosse a loro riconducibile.

Costoro imponevano le tariffe da applicare ed i tempi di ricezione dei clienti, istruendo le donne su cosa dire nel corso delle conversazioni con questi; gli indagati gestivano gli aspetti logistici ed organizzativi, prendendo in locazione gli appartamenti ed occupandosi della pubblicazione degli annunci sui vari siti internet.

Erano loro, infine, che si appropriavano del denaro provento dell’attività di prostituzione, per poi remunerare le giovani, o utilizzare le somme per il pagamento degli affitti delle abitazioni o per la manutenzione delle autovetture utilizzate per gli spostamenti.

Nel corso dell’attività investigativa è emerso che la giovane R. A. M. di 23 anni, pur essendo in stato di gravidanza, veniva comunque indotta alla prostituzione dai due soggetti.

La donna, dopo aver partorito, appena dimessa dall’ospedale, ricominciava a prostituirsi e, per farlo, abbandonava il neonato alle cure e custodia di un bambino di appena dieci anni, figlio di uno degli sfruttatori. In ultimo sempre l’attività investigativa, ha permesso di accertare che D. C. unitamente ad altri soggetti al momento in corso di identificazione, si è reso responsabile del furto di ingenti quantitativi di rame, reati commessi nella provincia di Caserta.

In considerazione della pericolosità manifestata dagli indagati ed il pericolo di fuga, fatta salva la presunzione di innocenza, fino a sentenza irrevocabile, veniva esercitata l’azione pre-cautelare del fermo del P.M. e, successivamente alla convalida del provvedimento, emessa ordinanza cautelare applicativa della custodia in carcere nei confronti di degli due indagati, unica adeguata a soddisfare le esigenze cautelari.

La donna, R. A. M., madre del neonato, resasi autrice a sua volta di condotte di concorso nello sfruttamento della prostituzione di altre due giovani ragazze, veniva sottoposta all’obbligo di dimora.


Articolo pubblicato il giorno 23 Dicembre 2021 - 18:34


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