Irma Testa: “Ero una bambina ambiziosa, nel quartiere periferico di Torre Annunziata in cui vivevo vedevo le ragazze studiare fino alle medie, poche finivano le superiori: se andava bene si fidanzavano, si sposavano e badavano alla famiglia. Ora e’ diverso, ma 10-12 anni fa era cosi’ e non mi piaceva”.
Cosi’ racconta Irma Testa sul numero da domani in edicola di ‘Famiglia Cristiana’. Bronzo a Tokyo, prima donna italiana a vincere una medaglia olimpica nel pugilato, partecipa al progetto della Onlus ActionAid “Squadra del cambiamento”, per promuove il contrasto alla violenza sulle donne e alla dispersione scolastica.
“Lo sport mi ha dato un lavoro che e’ anche la mia passione, la possibilita’ di girare il mondo, di allargare, gli orizzonti: mi ha fatto capire che nella vita c’e’ sempre un’altra strada anche quando la nostra ci sembra segnata. Il ring e’ stato la mia alternativa”, gliel’ha indicata Lucio Zurlo, maestro alla Boxe Vesuviana, quand’era una ragazzina ribelle. A proposito di violenza, si potrebbe pensare che una pugile sia avvantaggiata e che sia in grado di difendersi.
Ma in realta’ non e’ cosi’: “La boxe non e’ una tecnica di difesa personale, senza guantoni non saprei dare un cazzotto in faccia a una persona, ne’ lo farei mai. So dare il colpo preciso per andare a punto, non sarei in grado di contrastare fisicamente un uomo nella vita reale”. Per farsi valere nel mondo, come donna e come persona, Irma ha scelto tutt’altra via, dopo avere lasciato la scuola si e’ rimessa a studiare: “Dopo aver capito che era importante. Iniziavo a frequentare persone molto interessanti da ascoltare e non volevo restare silenziosa in un angolo senza saper dire la mia. Se non sai niente non sei neanche capace di contraddire, puoi credere a qualunque cosa ti dicano”.
Articolo pubblicato il giorno 24 Novembre 2021 - 13:11