Passeggiare mano nella mano con l’amante per le strade di Napoli e ritrovarsi protagonista della canzone ‘oi nenna nè’ e di uno dei videoclip più famosi di Gigi D’Alessio: è stata questa, per anni, l’ossessione di una donna di Benevento che dopo nove anni sarà risarcita per il danno subito.
Una storia incredibile, quasi da soap opera, se non fosse al centro di una sentenza della Cassazione e prima ancora di una causa di risarcimento danni valutata dai Tribunali di Napoli in primo e secondo grado che hanno condannato la casa discografica Sony a pagare per la violazione del diritto alla riservatezza, alla reputazione oltre che per i danni morali.
Tutto inizia nel 2012 quando Gigi D’Alessio decide di girare un videoclip per il brano ‘Oi nenna nè’ e sceglie come set una strada di un quartiere di Napoli. Dopo anni la Corte d’Appello, con una decisione condivisa dalla Cassazione ha deciso che la donna deve essere risarcita per danno alla lesione del diritto alla riservatezza e alla reputazione oltre che morale.
I fatti risalgono al 2012 quando il noto cantante napoletano era intento a girare il videoclip della canzone “Oi nenna né”. Set prescelto una delle strade di Napoli, ma si sa a volte il diavolo ci mette lo zampino e mentre le telecamere riprendevano persone a passeggio e le vie dei quartieri incrociarono anche lo sguardo di quella donna e il suo compagno che si tenevano per mano.
Il videoclip ebbe un successo straordinario, venduto in dvd insieme a ‘Sorrisi e canzoni’ raggiunse anche Benevento dove la donna abitava e naturalmente lo notarono conoscenti, amici e anche i familiari.
Suo malgrado la donna si trovò vittima di una popolarità che non aveva cercato e che anzi mise a nudo la sua vita privata. I giudici della Corte d’Appello con i quali ha concordato la Cassazione, stabilirono che “la semplice notizia della relazione extraconiugale di una donna, ed ancor più dell’esistenza di tracce materiali visibili di tale relazione, suscitano ampia curiosità”.
Una tesi contrastata fino in Cassazione dalla casa discografica Sony che ha fatto ricorso alla sentenza di condanna al risarcimento sostenendo che le riprese in pubblico implichino un tacito consenso e che la donna si sia accorta di essere ripresa guardando perfino in camera. “Aveva soffermato lo sguardo sullo strumento di ripresa per alcuni istanti” si legge nel ricorso.
Ma guardare nella telecamera per i giudici non voleva essere cosciente di quello che stava accadendo. I giudici hanno sostenuto che poteva trattarsi di semplice curiosità nei confronti delle riprese, oltretutto non vi erano scenografie che facessero presupporre si stesse girando un video.
La questione ha riguardato anche la vita privata della donna di Benevento, tra le tesi proposte dalla Sony anche quella che il matrimonio della signora fosse già deteriorato e che il video non avesse intaccato la sua sfera affettiva. Una tesi non avallata dai giudici.
Fatto sta che il matrimonio della donna dopo quel videoclip ‘rivelatore’ ha avuto un’accelerata verso il declino, ironia della sorte anche la canzone di Gigi D’Alessio incriminata parla di una donna e di un amore finito e di un uomo nostalgico: ‘Dint′o cielo e stelle chiagnene, Se domandono pecché, Miez’a tutt′e nammurate ca se song’appiccecate, Chille ca po se so lassate simm′io e te’.
E alla fine di anni di udienze e tesi contrapposte, la Cassazione ha ratificato la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, rigettando il ricorso dei legali della casa discografica e ratificando la sentenza che dispone il pagamento dei danni in favore della donna di Benevento che stava passeggiando mano nella mano con il suo amante per le strade di Napoli.
Una storia non proprio da soap opera ma nella quale il destino ci ha messo lo zampino.
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