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Salerno, le accuse a De Luca e il trojan nel cellulare dell’uomo del suo staff

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Salerno. L’ipotesi di reato per cui la procura procede in un supplemento di indagini a carico del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca è di concorso in corruzione.

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L’avviso di proroga delle indagini preliminari gli é stato notificato ieri mattina mentre si trovava nei locali del Genio Civile. Nell’inchiesta su presunti appalti truccati al Comune di Salerno risultano coinvolte altre 29 persone.

La vicenda che ha interessato De Luca é legata alla gestione delle cooperative sociali del Comune di Salerno, per la quale nelle scorse settimane erano state eseguite anche dieci misure cautelari. Nell’inchiesta risultavano coinvolte 29 persone, tra cui anche il consigliere regionale Nino Savastano (ai domiciliari), il dirigente del settore Ambiente del Comune di Salerno, Luca Caselli (inizialmente ai domiciliari poi rimesso in liberta’ dal Riesame) e il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli (indagato).

Sebbene il governatore della Campania non fosse inizialmente indagato, il suo nome era comparso già negli atti dell’inchiesta. Nel corso delle indagini, ad esempio, era stata documentata una cena avvenuta a febbraio 2020 e alla quale aveva partecipato anche De Luca insieme ad alcuni rappresentanti delle societa’ cooperative. L’incontro, secondo la Procura di Salerno, era stato organizzato da Fiorenzo Zoccola, ritenuto dagli investigatori il ‘ras’ delle cooperative sociali del Comune di Salerno.

 LE CONFESSIONI DI ZOCCOLA DAVANTI AI GIUDICI

Proprio l’imprenditore in queste settimane ha reso due interrogatori fiume (un totale di 15 ore), prima dinanzi al gip Gerardina Romaniello e poi alla presenza del procuratore Giuseppe Borrelli e dei sostituti Elena Cosentino e Guglielmo Valenti. Nei verbali, parte dei quali sono ancora coperti da numerosi ‘omissis’, è comparso spesso il nome di De Luca. Zoccola, ad esempio, aveva spiegato ai magistrati che i riferimenti politici della sua cooperativa fossero “esclusivamente Vincenzo e Roberto De Luca” (uno dei figli del Governatore), mentre “con Piero De Luca non ho rapporti perché non c’é affinità”. Da De Luca, inoltre, Zoccola – secondo quanto riportato – avrebbe ricevuto indicazioni politiche per la ripartizione dei voti in occasione delle Regionali 2020:

“Tra Savastano e Picarone, la ripartizione, nella misura del 70 e 30%, fu da me veicolata alle altre cooperative che avrebbero dovuto tenerne conto proprio in considerazione del fatto che anche il rispetto di tali indicazioni faceva parte dell’equilibrio che si doveva garantire”.

Ricostruzioni che, naturalmente, dovranno essere verificate nel corso dell’inchiesta.“Esiste un accordo ben preciso tra le cooperative e la politica che e’ teso a garantire alle prime continuita’ lavorativa in cambio di voti da parte di coloro che ne sono formalmente soci ma che in realta’ sono loro dipendenti – dice nel verbale – peraltro le cooperative non esauriscono questo sistema che trova invece la sua massima espressione per quanto riguarda le societa’ partecipate e le municipalizzate”.

Zoccola, a piu’ riprese, chiama in causa direttamente il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, indagato in questa inchiesta per corruzione elettorale. Con De Luca il rapporto parte nel lontano 1989 “quando era segretario provinciale del Pci”.

Racconta ancora di quando incontra il presidente della Regione e gli parla del suo quartier generale salernitano, il Genio civile. “Con il De Luca ebbi un fugace incontro visivo in occasione della cerimonia per l’inaugurazione dei lavori per la bretella della tangenziale al rione Petrosino. Mi fece cenno che aveva parlato con il sindaco e che era tutto apposto, riferendosi alla richiesta che io avevo fatto pervenire di accelerare l’approvazione della delibera relativa alla pubblicazione del bando successiva al decreto di sequestro del giugno 2020”.

E ancora, il suo ruolo di “uomo di equilibrio” in grado di “dividere il sostegno ai due candidati al consiglio regionale, Nino Savastano e Franco Picarone, cosi’ come emergeva da una intercettazione telefonica nell’inchiesta firmata dal gip Gerardino Romaniello.

SALERNO, LE INDICAZIONI DI VOTO E LE PERCENTUALI PER SAVASTANO E PICARONE

“L’indicazione del 70 per cento e 30 per cento la ricevetti a giugno direttamente da Vincenzo De Luca che incontrai casualmente. In quella circostanza dissi al presidente che mi ero rappacificato con Nino Savastano. Era la ripartizione dei voti alle regionali tra Savastano e Picarone, nella misura del 70 e 30, fu veicolata da me alle altre cooperative che avrebbero dovuto tenerne conto, perche’ il rispetto di tali indicazione faceva parte dell’equilibrio che si doveva garantire”.

Salerno, il trojan nel telefono di Felice Marotta, uomo dello staff di Vincenzo De Luca

Stamane il quotidiano Il Mattino parlando del’inchiesta spiega che c’è un’intercettazione in cui a parlare è Felice Marotta ( ascoltato grazie a un trojan inoculato dalla Procura sul suo cellulare), che rivolgendosi al sindaco Napoli si sfoga così: “De Luca mi ha fatto un guaio troppo grande. Questo Vittorio (Zoccola, ndr) si è messo nelle palle, io l’avevo cazziato, l’avevo allontanato e non ci salutavamo neanche più”.


Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2021 - 09:22


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