Assolti per non aver commesso il fatto. È quanto ha deciso il Tribunale di Salerno nella giornata di ieri l’imprenditore Gianni Mauro con Biagio Lammardo, Donato Cataldo e Massimo Squillante.
Le motivazioni arriveranno tra novanta giorni. I fatti risalgono a dicembre del 2017, quando Augusto Ferrigno, quasi nell’immediatezza dei fatti, rappresentava alla polizia giudiziaria di essere stato centrato da colpi di arma da fuoco mentre si recava al mercato ittico alla guida della propria Audi Q7 nei pressi della rotonda di Campolongo sulla strada Litoranea viaggiando in direzione Salerno.
In seguito ad una lunga attività di indagine, venivano individuati e sottoposti a misure cautelari (arresti domiciliari) l’imprenditore capaccese Gianni Mauro, titolare di un banco ittico, secondo le ipotesi investigative, intenzionato ad assicurarsi il monopolio nel mercato di Salerno, avrebbe assoldato il commando punitivo: Biagio Lammardo di Sala Consilina e Donato Cataldo, presunti autori dell’agguato e Massimo Squillante di Sarno, presunto fornitore delle armi.
Pesanti erano le accuse mosse nei loro confronti, ovvero tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
“Nell’intera vicenda – dice l’avvocato Nicola Pellegrino, difensore di Lammardo Biagio insieme all’avvocato Luigi Arnone – ho potuto constatare la dignità e la correttezza con cui il Lammardo ha affrontato la drammatica esperienza giudiziaria. Non ha mai rilasciato dichiarazioni pubbliche e si è sempre estraniato dalle polemiche, decidendo di difendersi nel processo, come sempre dovrebbe essere. E’ stato un processo lungo ed estremamente complesso e, proprio per questo, professionalmente stimolante. La sentenza restituisce ad un ragazzo serio e onesto la serenità che merita.
Lo scandalo di quella che venne definita ombra della camorra al mercato ittico di Salerno sottopose alla gogna mediatica il Lammardo e gli altri coimputati. Purtroppo occorre constatare, ancora una volta, che le notizie di cronaca giudiziaria spesso vengono strumentalizzate e rimangono incuranti delle sofferenze di chi ne è suo malgrado protagonista. Per questo oggi esprimiamo grande soddisfazione per il risultato ottenuto. Bisogna continuare a nutrire fiducia nella giustizia e nel suo corso. La sentenza del Tribunale di Salerno – commenta – ha consentito di ritrovare la fiducia nel sistema giudiziario”.
Nell’ambito di questa inchiesta anche il coinvolgimento di due carabinieri che, secondo l’accusa, avrebbero fornito informazioni riservate al Mauro.
Per tale filone di indagine, il Tribunale ha ritenuto responsabili i due carabinieri comminando una condanna di sette mesi di reclusione per uno e di un anno per un altro; condanna in concorso di anni 2 e mesi dieci di reclusione applicata anche al Mauro Gianni.
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