Ercolano. La moglie e la figlia di Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore 53enne accusato del duplice omicidio di Tullio Pagliaro e Giuseppe Farella avvenuto nella notte tra il 28 e 29 ottobre in via Marsiglia a Ercolano scambiandoli per ladri hanno scritto una lettera di scuse per quanto accaduto.
La lettera e’ stata consegnata nelle mani di un sacerdote perche’ arrivi alle famiglie. “In codesto dolore non siete soli, noi vi siamo vicini, addolorati e mortificati perche’, soltanto lontanamente, possiamo immaginare quanto dolore si possa sperimentare nel non vedere tornare mai piu’ una persona amata” si legge in un passaggio della lettera scritta a mano.
“Vi chiediamo umanamente scusa per la sofferenza che state sperimentando. E nonostante l’enorme macigno che vivete, la sofferenza e la rabbia, spero che codeste parole possano essere accolte poiche’ esse sono state dettate dal dolore e dalla vergogna per un gesto inspiegabile e tanto imperdonabile. Colui che ha commesso tale gesto, verra’ punito dinanzi a Dio, dinanzi alla legge. Nonostante questo non potra’ mai ridarvi le persone amate che avete perso, ma confidiamo nel fatto che tale giustizia possa quietare i vostri animi e cuori che attualmente sono disperati”, concludono.
Una preghiera per Tullio Pagliaro e Giuseppe Farella, i due giovani vittime dell’omicidio avvenuto nella notte tra il 28 e 29 ottobre in via a Ercolano (Napoli), e’ stata organizzata
Intanto questa sera nell’oratorio San Domenico Savio di Ercolano c’è stata una preghiera per Tullio e Giuseppe. A ricordare i due giovani amici di Portici, il sacerdote Pasquale Incoronato che, insieme ai fedeli e a cittadini riuniti per l’iniziativa, ha acceso lumini e candele.
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‘‘Spegnendo le luci e accendendo i lumini vogliamo fare luce al volto di chi ci e’ accanto. Vogliamo ricordare la presenza di chi non c’e’ piu’ e vogliamo pregare per Tullio e Giuseppe, pregare il Signore perche’ non accadano piu’ atti di violenza – ha detto il sacerdote – L’impegno e’ vedere nel volto dell’ altro il volto di chi ha bisogno e quello di chi ci ha lasciato”.
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