Non passa giorno che non filtrano dalle segrete stanze di Palazzo De Fusco, sede del Comune di Pompei, rumors che si susseguono, si accavallano, si confermano o si smentiscono più volte nel corso delle 24 ore.
Gli argomenti principali sono i soliti. In primis i lavori di via Lepanto e il mistero degli alberi che la abbelliscono da qualche decennio, lecci già ormai quasi adulti che garantiscono un poco di contrasto alle feroci calure estive pompeiane.
I rumors danno una volta per sicuramente estirpati i lecci. La volta dopo però li danno per lasciati così come sono. Oppure diradati: uno sì e uno no. In questo caso si attuerebbe una specie di ipocrita follia per accontentare chi li vuole conservare e chi li vuole togliere. Ma amministrare significa avere il coraggio della Impopolarità. Altrimenti si sta a casa: …aggiungeva Craxi.
L’ultimo dei rumors addirittura dà per eliminata la previsione della pedonalizzazione di via Lepanto, da un mese a rilento nel tratto vicino alla Piazza Bartolo Longo. E tutto questo si compie a danno dei commercianti che vedono diminuire gli incassi senza sosta. Un’ulteriore follia incomprensibile. Comprese le mal riuscite immagini dei fotorendering che, peraltro, soltanto da pochi giorni sono comparse sulle reti del cantiere.
Quelle immagini contraddicono se stesse e anche il prima e il dopo che dovrebbero rappresentare. Un’altra stranezza poco comprensibile che sa di follia. Ma da Palazzo De Fusco arrivano soltanto silenzi assordanti.
Subito dopo, tra i rumors più gettonati compare il destino del Progetto EAV, famoso o famigerato secondo i punti di vista, per la previsione di tre o quattro sottopassi carrabili. I rumors più recenti lo danno per superato, ceduto dal Comune, per propria manifesta incapacità tecnica e amministrativa, alla fameliche casse regionali estenuante dal Covid.
Pronte a dirottare i fondi stanziati inutilmente per Pompei verso altri comuni. E buona notte!!… per la gioia dei Comitati “No sottopassi”. Essi evidentemente, pur contando su poche centinaia di persone, “contano” più degli altri circa venticinquemila cittadini pompeiani. Un’ ennesima incomprensibile follia. Tanto rumore per nulla!!!
Ultimi e più recenti rumors poi riguardano il progetto dell’ex Hub turistico di Porta Marina. Perchè lo definiamo ex? Semplice: perché l’hub è desaparecido come nodo intermodale. Ma pare che la montagna del grande Atelier spagnolo di architettura abbia partorito il topolino della sistemazione urbana del fronte degli Scavi su via Plinio.
Nasce spontanea una domanda: la Variante urbanistica necessaria apparterra’ al PRG vigente o al PUC redigendo? Non è una domanda peregrina la nostra: forse sarà poi tutto – EAV, HUB e PUC – commissariato da De Luca?
Continuano però i silenzi assordanti. E, invece, sarebbe il caso che il sindaco Carmine Lo Sapio indicesse una conferenza stampa allargata ai tanti problemi che abbiamo appena toccati.
Sopravvive però un altro problema: a noi sembra che rimanga aperta la questione della “sanatoria edilizia” dei vari abusi compiuti negli anni dagli imprenditori della zona scavi per adeguare le proprie strutture al sempre crescente turismo pre-Covid.
Ma, già che ci siamo, ci domandiamo perché non si applicano agli abusi edilizi degli esercizi commerciali pompeiani le stesse regole adottate per l’archeomostro abusivo del Grande Progetto Pompei? Il Comune di Pompei non può limitarsi a fare il Convitato di pietra, come ha fatto per il Piano di Gestione UNESCO che lo vede relegato in ultima fila nelle aspettative, dopo Torre del Greco, Lettere, Terzigno, Torre Annunziata, Boscoreale… per non parlare delle stelle archeologiche di prima grandezza come Ercolano e Castellammare di Stabia.
Sarebbe in ogni caso utile sapere chi sia stato il demiurgo capace di traghettare la violazione della Legge di tutela paesistica sulle spiagge della legittimità urbanistica. Qualche megadirettore generale o soltanto un semplice Direttore Generale?
E, in tempi di PNRR, sarebbe oltremodo gradito.
Federico L.I.Federico
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