Non sono nemmeno passate 24 ore dall’intervento chirurgico che ha ricevuto il giovane campione nigeriano del Napoli a seguito del grave infortunio di gioco accaduto durante la partita di domenica tra Inter e Napoli.
Lo scontro di gioco è stato violentissimo e Victor Osimhen ha rischiato di perdere la vista. L’immagine del calciatore che esce dal campo con il volto tumefatto vale più di mille parole.
Ha riportato fratture all’orbita, allo zigomo e alla mandibola, e ci sono volute ben quattro ore e mezzo circa per completare l’operazione.
Ci vorranno 90 giorni per un recupero fisico dall’intervento , mentre per un recupero completo ci vorrà altro tempo. E’ un infortunio che comunque lascerà il segno e bisognerà stare vicino al ragazzo per far si che possa recuperare pienamente la forma fisica e mentale.
Ciò nonostante sui social sono comparsi alcuni commenti di falsi tifosi del Napoli che invece si auguravano che il Napoli potesse vendere il campione proprio perché si “rompe” troppo facilmente nonché utilizzando altri commenti e parole che non avevano proprio senso.
Commenti che facevamo contrasto forte rispetto all’immagine del ragazzo che a soli 23 anni si trova a dover subire un infortunio del genere .
Il calcio ha un problema che si riflette in effetti in tutta la società civile: la scarsa sensibilità
unita ad atteggiamenti che di civile non hanno nulla.Noi non riporteremo tali commenti perché non ne vale la pena, siamo dell’opinione che se da un lato in Italia c’è la sacrosanta libertà di espressione dall’altro lato non c’è obbligo di dover riportare per forza pensieri e parole ai limiti del buonsenso e del rispetto reciproco.
La libertà di parola non è la libertà di offesa oppure la libertà di fare e dire quel che mi pare senza rispetto per persone e comunità.
Senza sensibiltà , senza educazione , senza rispetto , augurando il male altrui.
Questa è la fotografia della “mentalità” di tanti individui che si nascondono dietro la parola “tifosi”. Lo sport è altro , è condivisione, rispetto e partecipazione.
La cattiveria sui social espressa nei confronti di Osimhen è la stessa cattiveria da bar che c’era anni fa cosi come la cattiveria gratuita che è sempre esistita che però non veniva ne presa in considerazione ne dai mezzi di informazione.
Cattiveria che invece oggi viene gridata ad ogni partita dai spalti, cattiveria in campo con interventi spesso traumatici ed evitabili.
Ci sono realtà anche editoriali che vivono di cattiveria, la usano per far crescere i “followers” e aumentare gli “ascolti” utilizzando appunto questa prassi che invece va rifiutata.
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