strong>Napoli. Con 30 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti, il consiglio comunale di Napoli ha approvato questo pomeriggio il bilancio consolidato per l’anno 2020, passaggio fondamentale per permettere all’amministrazione retta da Gaetano Manfredi di iniziare a lavorare. Hanno votato a favore l’intera maggioranza e il consigliere Alessandra Clemente, ex assessore della giunta de Magistris ed ex avversaria di Manfredi alla poltrona di sindaco. Astenuti l’ex ministro e sindaco Antonio Bassolino e Toti Lange.
Voto contrario per l’opposizione guidata da Catello Maresca. Assenti al voto i consiglieri Sannino e Brescia. “Atto obbligatorio di cui avevamo bisogno soprattutto per le assunzioni a tempo indeterminato in parte gia’ programmate e per andare avanti nella nostra azione”, e’ il commento a caldo del primo cittadino.
“I numeri sono chiari – aggiunge Manfredi – abbiamo un debito di 5 miliardi, uno sbilancio nella spesa corrente importante. Senza un intervento staordinario e’ difficile mettere in equilibrio i conti”. La parte che deve fare il Comune, ad esempio nei servizi di riscossione, vede un inizio di azione da parte della nuova amministrazione, “ma ci vorra’ del tempo”.
Quindi, “noi dobbiamo fare un patto per i napoletani – ribadisce il sindaco – la citta’ ha bisogno di un intervento nazionale. Sono fiducioso che tutti i parlamentari di qualsiasi parte politica sosterranno questo intervento. Dobbiamo far ripartire la citta’ dopo anni complicati e abbiamo bisogno di una azione complessa che pero’ deve partire da una azione statale i numeri so chiari. partecipate sono uno dei temi delle criticita'”.
Quanto alle partecipate, in forte affanno tutte con i conti, “non c’e’ nessuna privatizzazione all’orizzonte, ma efficientamento e’ quello a cui si lavora”. Secondo la relazione presentata in aula dall’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, il totale dei debiti ammonta a 4,900 miliardi, di cui 3,200 di finanziamento, e ci sono 250 milioni di deficit annuale. “Praticamente un disastro – sintetizza Maresca – partendo da qui, pero’, la nostra opposizione sara’ responsabile. Intendiamo portare il nostro contributo alla citta’ con proposte serie e concrete”.
Il patto per Napoli “non esiste piu’ e la campagna elettorale e’ finita – continua – a Roma non c’e’ la possibilita’ giuridica di una legge per Napoli e sta tramontando anche una ipotesi di legge salva enti che ristori sufficientemente la nostra citta’. Servirebbero 15 miliardi di euro in legge finanziaria che purtroppo non ci sono”. Occorre dunque “un piano B”, che per il magistrato si articola in tre punti: la richiesta di istituire un Fondo di Garanzia e Ristoro per gli enti virtuosi, a cui accedere in caso di riduzione autonoma del debito; la ristrutturazione della macchina amministrativa attraverso la destinazione dei 400 nuovi assunti ai servizi essenziali e strategici della riscossione dei tributi e della gestione del patrimonio, insiema alla riqualificazione delle societa’ partecipate; la digitalizzazione della macchina amministrativa e la previsione di incentivi per il personale disponibile all’aggiornamento professionale.
Alessandra Clemnte spiega cosi’ all’aula il suo ‘si” al bilancio consolidato: “Votare quest’atto e’ giusto e doveroso in quanto e’ nel merito un atto di valore e di grandissima responsabilita’ dell’amministrazione uscente. Per fare un salto di qualita’ e’ necessario porre fine a quella stagione politica cittadina che votava i provvedimenti per partito preso, un’opposizione e un’attivita’ politica a discapito della citta’, in coerenza solo con l’indicazione del gruppo politico di riferimento, non entrando nel merito e della bonta’ delle questioni”.
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