Rimini. Overdose o omicidio? Il caso di Marco Pantani è un giallo ancora irrisolto: la Procura di Rimini apre un nuovo fascicolo (il terzo). La madre ascoltata dai pm per due ore, consegna un dossier di 51 pagine.
E’ un fascicolo contro ignoti quello che la procura di Rimini ha aperto per dipanare i dubbi sulla morte del Pirata, Marco Pantani.
A dare notizia della nuova inchiesta è il Quotidiano Nazionale. Nei giorni scorsi è stata anche ascoltata la mamma di Pantani, Tonina, che ha consegnato ai magistrati riminesi un dossier di 51 pagine.
E’ la terza inchiesta condotta sulla morte del Pirata di Cesenatico trovato morto in una stanza dell’Hotel Le Rose di Rimini il 14 febbraio del 2004.Dieci anni dopo la sua morte, nel 2014, il caso fu riaperto in seguito all’esposto-denuncia della famiglia, con l’ipotesi di omicidio. Ma due anni dopo il Gip dispose l’archiviazione sostenendo che l’ipotesi che Pantani fosse stato ucciso “è una mera congettura fantasiosa”.
La tesi sempre avallata dalle inchieste finora condotte è quella che la morte dell’indimenticato campione fu causata dall’assunzione volontaria di dosi massicce di anti-depressivi e cocaina.
Ma questo nuovo fascicolo, in cui si paventa ancora una volta l’ipotesi dell’omicidio nasce sulla scorta di due elementi: la deposizione resa da Fabio Miradossa, il suo spacciatore, e dal generale Umberto Rapetto nell’inchiesta condotta dalla commissione antimafia.
Il primo a sostenere l’ipotesi di un omicidio fu Miradossa, altre dichiarazioni testimoniali che seguono la stessa ipotesi sono state secretate dalla commissione d’inchiesta istituita sul caso Pantani.
Ma sono proprio queste testimonianze ad aver consentito l’apertura del nuovo fascicolo d’inchiesta che dovrà valutare ancora una volta se il Pirata è stato ucciso o se fu vittima di un’overdose di farmaci e droga.
Nei giorni scorsi Tonina Pantani, la madre di Marco, è stata sentita dal procuratore capo Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi ed ha consegnato ai magistrati un memoriale di 51 pagina, redatto con l’aiuto degli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi, nel quale si ricostruiscono le ultime ore di vita del campione di ciclismo. “Ho ripercorso tutta la vicenda – conferma Tonina, in un’intervista al Quotidiano Nazionale –. Ero e resto convinta che non sia venuta fuori ancora tutta la verità sulla morte di Marco, su quello che è accaduto all’hotel nelle ore e nei giorni precedenti alla morte”.
Punto nodale dell’inchiesta è capire chi ha incontrato il pirata negli ultimi giorni e ore di vita. “Ho fatto tante battaglie, ma in passato mi sono affidata ad avvocati che probabilmente non mi hanno consigliato a dovere – ammette Tonina –. Mi auguro che questa volta venga messa la parola fine sulla tragedia di Marco. Non ci interessano vendette, vogliamo solo verità e giustizia…”.
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Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2021 - 08:08