Una storia vera ma scritta come un romanzo. Ha scelto la forma narrativa Maurizio Del Greco, che per le edizioni Turisa ha pubblicato il suo ultimo libro dal titolo Il cacciatore di plichi, in uscita a partire dal 18 novembre.
Un volume che toglie il velo al sistema delle votazioni degli italiani all’estero. In alcuni casi, come quelli descritti nel libro, una vera e propria macchina da guerra, messa in campo da politici senza scrupoli.
L’impianto per ottenere voti è molto semplice: il candidato si serve di una fitta rete di collaboratori, i quali, con un compenso che mediamente corrisponde a cinque euro per ogni plico, reperiscono attraverso le loro relazioni le buste con cui i destinatari avrebbero dovuto esprimere la loro libera preferenza.
Una volta ottenute le schede, queste ultime vengono scritte dallo staff del candidato con il suo nome. Il successo politico è, ovviamente, determinato dal maggior numero di schede reperite. Chi è preposto ad intercettare i plichi, cioè le buste inviate agli elettori contenenti il materiale per votare, è stato, nel tempo, definito come “cacciatore di plichi”. Maurizio Del Greco, italiano, ma che vive in Germania da trent’anni, ha raccolto la testimonianza di “uno del mestiere”.
Emergono molti particolari inquietanti, che, in un flusso narrativo senza soluzione di continuità, il cacciatore snocciola al cospetto dell’uomo che lo intervista. Il volume è un pugno nello stomaco, che racconta la verità, su di una macchina, la quale, porta in Parlamento chi si è servito di questi “trucchetti” per farsi eleggere.
Più volte documentato anche da trasmissioni televisive, questo “mestiere” negli anni si è quasi istituzionalizzato, in molti casi, questi cacciatori vengono cercati dai candidati per avere accesso alle comunità degli italiani all’estero. Un numero impressionante di emigranti, sparsi nelle più svariate zone del mondo, di terza e quarta generazione, che supera i sessanta milioni.
In Germania, in Sudamerica, negli Stati Uniti, in Europa, tra gli emigranti, si creano delle reti di prossimità, basate su risorse relazionali, solidali e di reciproco sostegno, che rappresentano l’ideale humus a cui attinge, chi, andando per le vie brevi, tenta la scalata in politica. Il cacciatore di plichi è scritto in italiano e in tedesco. Patrizia Di Giovanni ne ha curato la traduzione per la versione tedesca.
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