strong>Giovedì 25 Novembre in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, al Teatro Bolivar, a Napoli, alle ore 20.30 va in scena lo spettacolo “Io ed Emma” prodotto da Margot Theatre, con la regia di Valentina Cognatti.
La pièce pone l’accento sulla questione, attuale e problematica, del femminicidio. Il testo scritto da Valentina Cognatti e interpretato da Loredana Piedimonte, e da Martina Grandin, Sara Aiello, Elisa Salandra, vuole mettere in risalto il problema della violenza di genere, denunciandone la complessità e mettendo in luce l’esigenza di una coscienza critica collettiva, che porti ad analizzarlo.
Lo spettacolo ripercorre la storia di Emma quando in una mite giornata una madre ed una figlia si incontrano di nuovo, dopo tanto tempo e troppo silenzio. Le parole, gli sguardi, i gesti delle due donne si trasformano lentamente in un lungo racconto, dove una verità sconosciuta, nascosta o dimenticata, riaffiora poco a poco. I ricordi si snodano, amari e incontrollabili, e le parole scongelano una storia nascosta, la storia di una vita vissuta nel dolore, nella violenza, nella paura.
È la storia di Emma, madre di una figlia tenuta per anni all’oscuro di tutto, che si schiude improvvisamente sul palcoscenico, davanti ai suoi occhi increduli, lasciando che i ricordi si incrocino e si scambino, che il muro che teneva separate le due donne, lentamente, si sgretoli.
Uno spettacolo denso di immagini che raccontano, e ricco di parole che, accompagnate dalla musica sempre protagonista, descrivono emozioni. Lo spettacolo racconta la storia di due donne, un madre ed una figlia, che si fronteggiano sulla scena in un dialogo serrato, rievocando ricordi e immagini del passato.
Durante tutta la pièce, il palcoscenico si riempie della tensione psicologica dei due personaggi accostando alle battute dal tono crudo e realistico racconti di vita passata e svelando, una scena dopo l’altra, la verità sulla vita di Emma: la storia dolorosa di una donna come tante, che appartiene ad un fenomeno su cui è necessario porre una costante attenzione.
Il realismo psicologico accompagna la costruzione registica in una messa in scena che non lascia spazio alla finzione e all’ostentata rappresentazione del dramma. La volontà, sottesa alla scelta di produrre uno spettacolo contro la violenza di genere, è infatti quella di ricercare costantemente, tanto nella regia quanto nell’interpretazione, la spontaneità nei singoli gesti e la sincerità nelle parole e negli sguardi delle attrici, e far sì che sia la stessa autenticità della rappresentazione ad evidenziare con eloquenza la crudezza del tema trattato.
È così che emerge la verità: attraverso i ricordi e i racconti di Emma, interpretata da Loredana Piedimonte, si descrive sulla scena l’orrore di una violenza inspiegabile, taciuta per anni, repressa nella paura del giudizio e del cambiamento, nascosta nei luoghi più intimi e segreti dell’animo, ma ancora terribilmente vicina, amara, tangibile.
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