A Ravello, via i ponteggi dalle facciate di Villa Episcopio, residenza di Vittorio Emanuele III nel 1944 e di Jacqueline Kennedy nell’estate del 1962.
L’antico palazzo, sede vescovile dal 1086, ora di proprietà della Regione Campania, sta recuperando il suo splendore dopo importanti lavori di restauro e, in futuro, sarà sede di un centro di formazione e perfezionamento per giovani musicisti.
Il nucleo dell’edificio, con vista mozzafiato sul golfo di Salerno, viene costruito a partire del X secolo. L’intera struttura oggi si sviluppa su sei livelli per 1600 metri quadrati di ambienti interni, oltre alle meravigliose terrazze panoramiche.
È durato 22 mesi il primo intervento strutturale, con il rifacimento delle murature esterne deteriorate dal tempo. Lavoro che ha assorbito risorse per 1,7 milioni di euro. Maestranze e restauratori dell’impresa Mar.Sal. srl di Napoli, sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino hanno riportato il palazzo all’antico splendore, utilizzando una speciale malta a base di calce con colorazione derivante da prodotti naturali.
Anche il rifacimento dei tetti ha visto il recupero di strutture ed elementi preesistenti: dalle tegole con i coppi in terracotta ai sostegni di grosse travi in legno di castagno, trovati in discreto stato di conservazione e opportunamente restaurate. Il cantiere resta aperto: l’ultima parte dell’intervento dovrà ora interessare gli ambienti interni, con gli adeguamenti e la realizzazione degli impianti, compresi moderni ascensori.
Villa Episcopio, il 26 maggio 1880, ospitò Richard Wagner che a Ravello trovò l’ispirazione per il secondo atto del Parsifal nei giardini di Villa Rufolo: Qui André Gide scrisse “L’immoraliste”, mentre Edward M. Forster ci ha ambientato il racconto “Story of a panic”.
Dal 14 febbraio al luglio del 1944, durante il breve periodo di Salerno capitale, fu dimora di re Vittorio Emanuele III. All’interno delle sue sale il 24 aprile del 1944 giurò il primo governo di unità nazionale guidato da Pietro Badoglio e formato, tra gli altri, da Benedetto Croce, Carlo Sforza, Palmiro Togliatti.
Il 5 giugno di quello stesso anno, il giorno seguente la liberazione di Roma, a Villa Episcopio, il sovrano firmò il decreto luogotenenziale in favore del figlio Umberto. Nell’agosto del 1962 vi soggiornò, per tre settimane, la first lady d’America Jacqueline Kennedy. Prima di lei era la regina dei Paesi Bassi, Giuliana, una habitué del palazzo.
Nel 2006 la tentata vendita da parte della famiglia Aielli, ultima erede del fabbricato, a un noto imprenditore alberghiero dell’agro nocerino sarnese. Fu l’allora sindaco di Ravello, Paolo Imperato, a ostacolare l’alienazione del bene, coinvolgendo la Regione Campania che con decreto dirigenziale numero 61 del 20.03.2007, formalizzò il diritto di prelazione per l’acquisizione al patrimonio regionale del complesso immobiliare per circa 6 milioni e 800 mila euro.
Con successivo decreto dirigenziale n. 489 del 21.12.2007, il Dirigente del Settore Demanio e Patrimonio impegnò la somma di 2.876.404,49 di euro per la sua ristrutturazione. Il 7 marzo del 2008 venne firmato un Protocollo d’Intesa tra la Regione Campania, Comune di Ravello e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, nel quale è stabilito, tra l’altro, che il Comune di Ravello avrebbe provveduto alla progettazione degli interventi di ristrutturazione dell’immobile in questione e la Regione Campania ne avrebbe garantito i relativi finanziamenti.
Con Decreto Dirigenziale numero 511 del 30/09/2009 del Dirigente del Settore Demanio e Patrimonio della Regione Campania fu approvato il progetto definitivo del progetto relativo al “Restauro conservativo con ristrutturazione architettonica di Villa Episcopio”, per un importo complessivo pari a 4.076.040,00 di euro che in più prevedeva la realizzazione di un anfiteatro negli attigui giardini del Monsignore e la ristrutturazione del Museo del palazzo.
Articolo pubblicato il giorno 25 Ottobre 2021 - 16:30