Aveva fornito tute di biocontenimento durante la pandemia ma non era regolari: sequestrati beni a due fratelli imprenditori.
Nel l’ambito di attività d’ indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, nella mattinata odierna, ha dato esecuzione a due decreti di sequestro preventivo di somme di denaro – emessi
dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli Nord- nei confronti di due fratelli indagati per i reati di truffa e frode nell’esercizio del commercio nonché nei confronti di altri cinque soggetti, sottoposti ad indagini per una pluralità di condotte di ricettazione.
Le indagini traevano origine della denuncia sporta dal rappresentante legale di una società attiva nel settore della fornitura di dispositivi medici, società cui l’ A.S.L. Napoli 1 Centro, l’ A.S.L. Napoli 3 Sud e l’ A.S.L. di Salerno avevano richiesto, nei primi mesi dell’emergenza pandemica legata alla diffusione del Covid-19, la fornitura di tute per il biocontenimento (dispositivi di protezione individuale di categoria III ).
In particolare, a causa delle difficoltà nel reperire sul mercato quella specifica tipologia di materiale sanitario, l’ imprenditore era stato spinto a rivolgersi ai due principali odierni indagati che, attraverso la ditta individuale, formalmente riconducibile ad uno dei due, avevano promesso la fornitura di 15 .000 tute protettive monouso per il biocontenimento e poi fornito al committente un primo lotto composto da 600 tute, a fronte della corresponsione di una cifra di poco inferiore ai 60.000 euro.
Le tute erano risultate però del tutto prive delle necessarie caratteristiche e dei previsti requisiti tecnici: il materiale veniva sottoposto così a sequestro ed analizzato, risultando effettivamente completamente difforme rispetto a quanto indicato nelle schede tecniche contenute all’interno del le confezioni.
Le successive attività di verifiche di natura finanziaria delegate alla Guardia di Finanza consentivano di accertare come il principale indagato avesse immediatamente trasferito la somma illecitamente guadagnata, svuotando il conto corrente con una serie di operazioni di frazionamento dell’importo complessivo attraverso più disposizioni di bonifico, con causa le solo apparente, destinate agli altri odierni indagati, al predetto legati da rapporti di parentela e/o di frequentazione.
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