Cinque misure cautelari interdittive per altrettanti indagati emesse dal gip di Benevento nell’ambito di una indagine delegata ai carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale sannita sulla bonifca della discarica comunale in localita’ Marrucaro a Puglianello.
Il gip ha disposto una sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per mesi 12, tre divieti temporanei di contrattare con la pubblica amministrazione nonche’ divieto temporaneo di esercitare l’attivita’ professionale e di imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 12 mesi e un divieto temporaneo di esercitare l’attivita’ professionale e di imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 12 mesi. Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per 757.082,59 euro, valore stimato del profitto della truffa aggravata nella quale sono coinvolte anche 3 imprese.
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, un dipendente del Comune di Puglianello in qualita’ di direttori dei lavori; il legale rappresentante e amministratore unico dell’impresa aggiudicatrice dei lavori; il direttore tecnico e il direttore di cantiere dell’impresa esecutrice; il capo cantiere; e l’amministratore unico della societa’ adibita al trasporto della quasi totalita’ dei rifiuti. Tutti devono rispondere in concorso di truffa aggravata e falso ideologico in atto pubblico. La bonifica e messa in sicurezza permanente della ex discarica Comunale era finanziata con fondi pubblici della Regione Campania di derivazione europea.
L’inchiesta e’ nata da una informativa redatta da personale del Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, legata al protocollo stipulato con la procura di Benevento nel 2017. Decisivo, dicono i pm, l’apporto degli accertamenti tecnici e le attivita’ investigative e di sopralluogo dei militari del Nipaaf.
Gli indagati avevano messo in piedi un complesso meccanismo artificioso per far figurare falsamente in atti pubblici lo scavo, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti interrati in discarica per un quantitativo nettamente superiore rispetto alla reale consistenza in sito, e comunque rispetto a quelli effettivamente scavati, trasportati e conferiti in impianto. Per ricostruire il quantitativo effettivamente smaltito, durante le indagini sono state effettuate operazioni di pesata di campioni di rifiuti ancora presenti in discarica, da cui risultava un peso specifico completamente differente da quello evincibile dagli atti pubblici.
Fondamentali per le indagini sono stati gli accertamenti tecnici sui sistemi satellitari di movimentazione dei mezzi destinati al trasporto dei rifiuti. In particolare, l’analisi e la comparazione dei dati del gps montato su uno degli autocarri adibiti al trasporto dei rifiuti con la documentazione cartacea di trasporto hanno evidenziato che un gran numero di trasporti per lo smaltimento dei rifiuti non e’ mai stato effettuato. Il veicolo indicato sui formulari si trovava, infatti, nelle ore e date indicate in altro luogo ed era fermo. Per ogni giorno lavorativo, in cui venivano effettuati due o tre trasporti dalla discarica, un viaggio veniva segnato ma in realta’ mai effettuato.
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