Napoli. Il Var a chiamata “potrebbe essere una cosa interessante, ma bisogna riflettere. Di certo le società potrebbero avere un professionista, come un ex arbitro, nel loro interno che possano utilizzare bene la chiamata”. Così Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, alla vigilia della sfida con il Bologna.
“Io non saprei dire onestamente quale possa essere la giusta chiamata, magari con l’ausilio di una telecamera personale. Perche’ si parla di una sola chiamata mi pare e chi mi dice che e’ quella giusta? Se chiamo l’intervento su Anguissa di domenica e poi non viene dato comunque il rigore e poi c’e’ un altro intervento? Ci vuole un professionista che fa queste scelte, un ex arbitro che deciderebbe il momento giusto”, ha spiegato il tecnico in conferenza stampa.
Poi parlando degli arbitri ha detto: “Il rapporto con gli arbitri mi sembra di averlo, riesco a parlare con tutti, soprattutto con il quarto uomo come avvenuto con Irrati a Roma. Io a inizio stagione detto che lamentarsi e’ da sfigati e cosi’ anche per le decisioni degli arbitri che possono sembrarci sfavorevoli, dobbiamo trasformarle in stimolo”.
E sull’espulsione: “Non sono stato ironico e irrispettoso – ha ripetuto Spalletti a proposito del suo applauso all’arbitro -, sono stato una persona che ha tentato di dire quello che voleva dire all’arbitro, se poi il mio modo di parlargli gli ha fatto apparire la cosa ironica vuol dire che devo stare piu’ attento nei miei modi di dire le cose.
E’ un infortunio quello che ho avuto, bisogna stare zitti e lavorare meglio e devo diventare piu’ chiaro. A me sembrava di esserlo stato, per l’applauso l’ho chiamato non l’ho fatto di spalle andando via, poi lui lo interpretato cosi’ e stiamo alle decisioni dei direttori di gara”.
Poi tornando ai temi del campo di gioco il tecnico toscano ha voluto precisare che Insigne “sta bene, non ha dato sintomi di nessun genere fin da quando ci siamo ritrovati. In questa settimana ha fatto vedere il suo marchio di fabbrica, le sue giocate, quindi è tutto a posto”.
“Se ci sarà turnover in queste gare ravvicinate? Vanno valutate sicuramente delle situazioni, giocheremo ogni tre giorni, ma il criterio è sempre lo stesso, ovvero quello di far giocare la maggior parte dei miei giocatori in rosa. L’obiettivo è distribuire forze ed energie anche per dare maggiore pressione all’avversario con uomini freschi”, ha spiegato il tecnico in conferenza stampa.
“Ovviamente per fare questo c’è bisogno della disponibilità dei miei calciatori, anche alla luce delle cinque sostituzioni, un aspetto fondamentale per vincere le partite. Molto spesso i successi nascono dagli ingressi dalla panchina”, ha aggiunto.
“Non c’e’ una mentalità disponibile da parte dei calciatori su questa nuova regola delle cinque sostituzioni. Con l’andare delle partite spero ci si renda conto che le sostituzioni sono fondamentali per vincere. Le grandi squadre sostituiscono nel reparto offensivo che da’ soluzioni per difendere e attaccare”.
“Un professore a Coverciano – ha ricordato – diceva che tutto puo’ essere medicina o veleno, dipende dalle dosi. Bisogna valutare le tre gare settimanali, giocando domenica dal giovedi’ puoi usare anche gli stessi, da giovedi’ a domenica invece il ragionamento e’ diverso.
Il criterio resta quello di far giocare molti degli attaccanti che ho, e’ da li’ che si vincono le partite, si tiene palla e si fa soffrire meno la difesa: un difensore che ha un’ora Politano o Lozano davanti gioca una partita difficile. L’importante e’ il lavoro fatto dalla societa’ che ha costruito una squadra forte. Continuero’ comunque a cambiare, nell’ultima partita forse l’ho fatto meno e ho sbagliato”.
Spalletti ha anche sottolineato che “siamo una squadra forte – ha detto – e dobbiamo affrontare ogni partita con la consapevolezza di poter vincere. Noi dobbiamo credere in noi stessi, in mezzo c’e’ il nulla. O sei tra quelli che dici dove si va o ti adatti dove vanno gli altri”.
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