Napoli. “Tra via Santi Apostoli e largo Donnaregina, sui muri dell’Arcidiocesi, è comparso il nome e il cognome che inneggia a Luigi Caiafa, il minorenne ucciso mentre tentava di compiere una rapina. Una scritta che a lettere cubitali abbiamo letto in diversi luoghi dal centro alle periferie della città a imperitura memoria delle sue gesta delinquenziali.
I suoi ‘seguaci’ si sono dati il disturbo di vandalizzare molti siti e strade con questa pratica. Ma arrivare a imbrattare i muri del palazzo dove risiede la massima autorità religiosa in città suona quasi come una bestemmia. Senza temporeggiare quella scritta va cancellata, anche nel rispetto dell’Arcidiocesi. Deve essere chiara la risposta dell’Amministrazione cittadina, qui non c’è memoria per i violenti e per chi rende questa città poco sicura.
I soli nomi che vogliamo ricordare sono quelli degli eroi che per difenderci dai criminali, sia quelli incalliti sia quelli emergenti, hanno pagato con la vita. La criminalità non ha martiri da ricordare, imporre alla gente perbene di leggere ovunque i nomi dei delinquenti è un’ulteriore violenza, è un oltraggio alla società civile”.
Lo ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, che ha ricevuto la segnalazione del murale.
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