Italia

Il popolo antifascista conquista Roma e l’Italia torna a ballare ‘Bella ciao’

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Roma. E’ una piazza che spiazza quella che si è vista oggi a San Giovanni: il popolo democratico e antifascista ha risposto come non si vedeva ormai da tempo immemore, all’attacco squadrista e fascista di Forza Nuova di sabato scorso alla sede della Cgil.  

“Mai più fascismi: per il lavoro, la partecipazione, la democrazia” è lo slogan scelto tra bandiere, striscioni e palloncini che hanno animato sia la piazza che il corteo partito dall’Esquilino alle 12,30 e giunto in una Piazza San Giovanni già gremita alle 14. 

Slogan, cori, bandiere rosse, ‘bella ciao’ cantata a squarciagola, tra ‘chi non salta fascista è’ e ‘vaccinato dal 25 aprile’: questo non è solo folclore in un giorno romano limpido e azzurro. E’ stata la risposta compatta del popolo democratico, di sinistra ma anche di quello che si rivede negli ideali che hanno animato la nascita della Repubblica italiana e la Carta costituzionale.

Famiglie, giovani, ma anche tanti vecchi militanti, bambini con foulard rossi al collo, piccoli nei passeggini: l’Italia che resiste agli attacchi anti-democratici c’è e ha risposto pacificamente a no-green pass, no-vax e a chi ha pensato di poter imporre con la violenza, verbale e fisica, le proprie idee antidemocratiche nel corso di questi ultimi mesi. La risposta perfetta dell’Italia che resiste, che rispetta il dolore di chi ha perso i propri affetti e le proprie certezze nella pandemia del Covid.

L’unico neo in una giornata perfetta, con un servizio d’ordine alla ‘vecchia maniera’ della sinistra è stato il tentativo, ulteriore, di minare con un attacco informatico il sito collettiva.it che trasmetteva in diretta la manifestazione di solidarietà alla Cgil. Un attacco prontamente bloccato e sul quale sta indagando la polizia. E’ stato infatti attivato il Centro Nazionale Protezione Infrastrutture Critiche della Polizia Postale (Cnaipic) che ha seguito l’evoluzione della situazione in costante contatto con i tecnici del sindacato.

Ma questo non ha intaccato la grande mobilitazione democratica e antifascista di oggi. 

Tante le presenze politiche tra cui i ministri Luigi Di Maio, Roberto Speranza, Andrea Orlando e Dario Franceschini, il leader del M5S, Giuseppe Conte, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla sanita’, Alessio D’Amato, il candidato sindaco del centrosinistra, Roberto Gualtieri, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ma anche Sergio Cofferati, Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Teresa Bellanova. Assente previsto, l’intero centrodestra, eccezion fatta per il deputato di Forza Italia Elio Vito, da sempre battitore libero delle praterie politiche che aveva ampiamente annunciato la sua partecipazione alla manifestazione. Per tutti un dietro le quinte partecipato tra abbracci e saluti a vecchi compagni o a vecchi alleati, ma anche tanti selfie con famiglie e bambini. Il ‘retropalco’ è stato anche un momento per capire intese, alleanze e gelo tra esponenti politici anche dello stesso partito o movimento.  

Sul palco si sono alternati gli interventi di una pensionata della Uil, del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, di una infermiera delegata Cgil, del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, di una lavoratrice del commercio delegata Cisl, del segretario generale della Ces Luca Visentini. A chiudere la manifestazione il segretario generale della Cgil Maurizio Landini

, tra gli applausi, un intervento concluso sulle note di ‘Bella Ciao’.

Il segretario della Cgil ha infiammato una piazza, già carica (almeno 200mila persone secondo gli organizzatori, 60mila per la Questura) provenienti da tutta Italia. In Piazza San Giovanni si sono mescolati dialetti, slogan e abbracci. La cultura della diversità e dell’unità. 

E di cultura ha parlato anche il segretario Landini quando ha sottolineato un particolare riguardo l’attacco di sabato. “Nel corso dell’assalto alla sede della Cgil sabato scorso sono stati fatti “danni, sono state distrutte anche delle opere d’arte, dei quadri. Ma un bellissimo quadro all’ingresso di Guttuso, non lo hanno toccato; forse perché non hanno capito neanche cosa era” ha detto dal palco. “C’è un tema”, e cioè che “la conoscenza e la cultura devono essere un diritto garantito a tutti. Con la conoscenza e la cultura si sconfigge il fascismo e la violenza”.

“Questa bellissima piazza parla a tutto il Paese” ed è “di tutta Europa. Questa non è solo una risposta allo squadrismo fascista, è qualcosa di più: questa piazza rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare il Paese, che vuole chiudere la storia della violenza politica” ha ribadito ancora il segretario della Cgil.

Maurizio Landini ripreso i temi di un’agenda politica più che mai attuale partendo dall’attacco squadrista e fascista di sabato scorso.
“No ai fascismi, i gruppi vanno sciolti, le forze che si richiamano al fascismo e che usano violenza devono essere sciolte. Questa piazza chiede atti concreti e non chiacchiere o impegni. Dalla solidarietà si deve passare all’azione concreta. E’ il momento che lo Stato dimostri la sua forza democratica nel far applicare le leggi e la Costituzione” ha detto. 

E poi ricordando una giovane studentessa di Pescara, alla quale ha dedicato insieme ai giovani il suo intervento, ha tracciato la linea del sindacato riguardo al mondo del lavoro: quello che non c’è, quello dal quale bisogna ripartire. “Da questa piazza diamo un messaggio di fiducia e una speranza ai giovani e alle donne. E’ grazie al sindacato unitario, Cgil, Cisl e Uil che il Paese può unirsi”. “Dedichiamo questa giornata ai giovani, per dare loro la speranza di vivere senza fascismi” e “alle donne”. “Tutti insieme – ha aggiunto – dobbiamo cambiare la cultura. La violenza sulle donne la fanno gli uomini. Un uomo che compie una violenza pensa che la donna è una sua proprietà ma le persone non sono proprietà di nessuno”.

“Non possiamo passare dalla pandemia del virus alla pandemia salariale, abbiamo bisogno che la ripresa inverta la tendenza e ci sia una redistribuzione salariale”. Landini ha sottolineato la necessità di varare una riforma del Fisco che da una parte sia capace di “combattere l’evasione fiscale, perchè vale 120 miliardi, e basta il numero per capire che deve essere l’obiettivo di una lotta senza quartiere”. E dall’altra “deve avere un effetto chiaro, che la gente capisce, deve aumentare il netto in busta paga e delle pensioni”. “Ci vuole anche – ha aggiunto – riforma seria degli ammortizzatori sociali”.  Il segretarioha sottolineato che il Pnrr è “una grande occasione da non sprecare per un futuro diverso, per dare una speranza a giovani, donne, al Paese, al Mezzogiorno. Abbiamo – ha continuato – una quantita’ di risorse europee senza precedenti nella storia del nostro Paese. Il problema non è come si usano ma che si usino bene. Bisogna creare lavoro sicuro e stabile. Mentre siamo qui un’altra persona è morta sul lavoro, una strage che continua. Qui il problema è prevenire, devono diventare un vincolo e non un costo la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro”. 

E’ stata anche una piazza dove si è parlato di Politica quella di oggi. Dove le adesioni politiche hanno offerto anche una suggestione del nuovo centrosinistra che potrebbe nascere da queste settimane, agitate non solo dalle proteste no vax e dalle violenze di frange neofasciste ma anche dalle amministrative. Un nuovo Ulivo è il progetto su cui lavora Letta per il post Draghi. Ma oggi si è andato oltre partiti e movimenti, in un tentativo di unità e pacificazione fluida intorno a grandi temi come antifascismo, lavoro, diritti. In una parola sola: democrazia. Un bel segnale in una piazza che visse l’affollatissimo funerale di Enrico Berlinguer nel 1984 e che oggi è tornata a parlare di diritti, di democrazia, di lavoro e persone. Come non succedeva da tempo.


Articolo pubblicato il giorno 16 Ottobre 2021 - 23:07

Rosaria Federico

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Rosaria Federico

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