Richiesta di archiviazione per tutti gli indagati coinvolti nel flash mob neomelodico di piazza Plebiscito del 26 marzo 2019. Tra gli indagati, oltre Tony Colombo anche il fratello dell’ex sindaco De Magistris
Si è conclusa con una richiesta di archiviazione per tutti gli indagati, tra i quali figurano Claudio de Magistris, fratello dell’ex sindaco di Napoli Luigi, ed il cantante Tony Colombo, l’indagine sul flash mob del neomelodico andato in scena in piazza del Plebiscito, a Napoli, la sera del 26 marzo 2019, pochi giorni prima delle sue nozze, celebrate il 28 marzo, con Tina Rispoli, vedova del defunto boss Gaetano Marino.
Nell’indagine la DDA ipotizzava, a vario titolo, il reato di abuso d’ufficio in concorso per il cantante, la componente dello staff del sindaco de Magistris, Sarah Terracciano, la componente della segreteria del sindaco Mafalda Fasanella ed a Claudio de Magistris, fratello dell’ allora primo cittadino dell’epoca e l’omissione di atti d’ufficio per gli ufficiali della Polizia Municipale Giovanni d’ Ambrosio e Sabrina Pagano e gli agenti Teresa Vecchione, Massimiliano D’Alfonso e Dario Gigliucci.
La Procura avviò l’attività investigativa, condotta dai carabinieri, ipotizzando che la performance di quella sera in realtà nulla aveva a che fare con il carattere estemporaneo del flash mob, per il quale Colombo aveva ottenuto l’ autorizzazione dal Comune.
Le caratteristiche di quell’evento – ritenevano i pm – erano proprie di una manifestazione musicale per la quale, invece, l’artista non era stato autorizzato. Nell’indagine finirono coinvolti anche i funzionari comunali, per le autorizzazioni concesse al cantante, consigliato dal fratello del sindaco di cui era amico da tempo, e cinque componenti della Polizia Municipale, accusati di non avere eseguito i controlli.
Ma, scrivono i pm, “gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in ordine alla sussistenza dei fatti, ovvero che costituiscano reato sebbene questa vicenda – scrivono ancora i magistrati nella richiesta di archiviazione – consente tuttavia di dedurre che l’intera operazione matrimonio sia stata sin dall’inizio orchestrata dal Colombo anche ai fini mediatici ed abbia potuto realizzarsi grazie alla scarsa prontezza di soggetti preposti a ruoli istituzionali, politici e amministrativi.”
Alla performance di Tony Colombo di quella sera seguì, due giorni dopo, un lussuoso matrimonio civile in una prestigiosa sala del Maschio Angioino. Il cantante chiese che a celebrare le nozze fosse il sindaco in persona il quale, però, declinò l’invito.
La sposa, in carrozza, accompagnata da uno sfarzoso corteo con cavalli e giocolieri, partito dalla sua abitazione, attraversò il corso Secondigliano. alla periferia Nord, fino a giungere nel cuore della città.
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