Ercolano. Uccisi come in una battuta di caccia, senza una giustificazione e intenzionalmente: il duplice omicidio i Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro è stato così.
La Procura di Napoli ha diffuso un comunicato nel quale ricostruisce la dinamica dell’efferato delitto dei due giovani porticesi. Aberrante, senza spiegazione plausibile, la morte di due giovani indifesi che hanno incrociato sul loro cammino Vincenzo Palumbo, camionista 53enne, che nella notte tra giovedì e venerdì ha esploso 11 colpi di pistola contro l’auto dei due ragazzi, centrandoli alla testa. Una condotta “intenzionale e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta dei giovani” scrive la procura nel comunicato.
La ricostruzione degli inquirenti non lascia adito a dubbi e le immagini della videosorveglianza confermano la lucida ferocia con la quale Palumbo ha sparato, dopo la mezzanotte del 29 ottobre, con una Beretta calibro 40. I giovani si stavano allontanando con la loro auto e lui, Palumbo ha sparato per uccidere. Cinque proiettili hanno raggiunto e perforato il tettuccio della vettura: i due giovani sono stati colpiti mortalmente alla testa, come ricostruito dalla Procura.
E a coprire una mattanza senza spiegazioni plausibili è arrivata una ricostruzione intrisa di false giustificazioni da parte dell’assassino. Una ricostruzione in cui si parla di un allarme, quello della sua casa. Un allarme che lo ha spinto a prendere la pistola custodita sotto al cuscino. Dormiva con l’arma Palumbo a casa di un furto subito a settembre, così ha detto.
Il 53enne ha poi raccontato di essersi precipitato sul terrazzo e di aver visto un giovane in fuga all’interno della sua proprietà che, alle sue grida, sarebbe fuggito nell’auto che lo attendeva con il motore acceso.
Una ricostruzione con non combacia con nessun elemento riscontrato dagli inquirenti. Così come anche con il numero dei colpi che Palumbo sostiene di aver esploso, 4 o 5 dice l’assassino, nonostante la pistola si fosse inceppata e invece sono stati ben 11.
E invece tutto è andato in un altro modo. Dai rilievi è emerso che Fusella e Pagliaro non detenevano armi da fuoco o di altro genere, né strumenti per lo scasso o per travisare il volto. Nessun altro elemento, secondo gli inquirenti, risulta acquisito per ipotizzare che le vittime si trovassero in quel luogo per commettere furti o altro genere di reati. Palumbo intanto ha chiesto scusa. “Non voleva uccidere”, ha detto l’avvocato d’ufficio Francesco Pepe che lo difende. “Attendiamo il percorso degli inquirenti”, ha aggiunto Pepe, “siamo in attesa di convalida” del fermo da parte dell’autorità giudiziaria.
“Il mio assistito – ha proseguito il legale – è profondamente dispiaciuto e addolorato, non voleva uccidere e chiede scusa per il dolore causato alle famiglie per la perdita dei ragazzi. Anche sua moglie si associa alle scuse”. A difendere Palumbo c’è anche l’avvocato Fioravante De Rosa.
Scuse che non riportano in vita due giovani indifesi, due studenti, che hanno incontrato sul loro cammino un assassino.
“L’uccisione di due giovani ragazzi, Giuseppe e Tullio, due bravi ragazzi, due persone perbene, ha sconvolto la nostra comunità. Saremo al fianco delle famiglie di Giuseppe e Tullio nel dolore, ma anche nella ricerca della verità dei fatti e nella richiesta di giustizia. Proclameremo il lutto cittadino, perché il dolore per l’uccisione di due ragazzi perbene ed innocenti avvolge una intera comunità quale è la nostra città” ha detto il sindaco di Portici Vincenzo Cuomo, facendosi portavoce di una comunità sconvolta.
Ai due ragazzi l’unica colpa che si può addebitare è quella di essersi fermati in auto davanti a quella villetta di periferia, forse per parlare di quella partita del Napoli che avevano visto poco prima. Solo questo.
Mercoledi’ si terranno le autopsie che aggiungeranno ulteriori elementi al compendio probatorio raccolto. A Portici, citta’ dove i due ragazzi vivevano, c’e’ un’intera comunità sotto choc. Nessuno riesce a capacitarsi. “Poveri ragazzi! Vicinanza e preghiera per le famiglie prostrate dal dolore”, dice Giorgio Pisano, sacerdote alla Chiesa del Sacro Cuore in via Diaz. “Tullio Pagliaro era un ragazzo fantastico, buonissimo, affabile, altruista, generoso”, sono le parole di Emiliano Mellone tecnico nazionale di tennis, istruttore del 27enne, ucciso insieme a Giuseppe Fusella.
‘Dolore, sgomento e tristezza per l’omicidio di due studenti, Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, scambiati per ladri. Il nostro affettuoso pensiero e la nostra solidarietà è alle loro famiglie”. Lo si legge in una nota firmata da Libera Campania e diramata da Leandro Limoccia del coordinamento provinciale di Libera Napoli e referente del presidio Libera Portici nel commentare l’uccisione di Giuseppe e Tullio. ”La nostra è una società che vive nella violenza, fondata sul dominio e sulla sottomissione. Come sostiene Heidegger l’uomo è doppiamente violento, perchè depositario della violenza ed è l’unico ad essere in grado di rivolgere la violenza verso l’Essere stesso. Occorre cambiare modello di società. Il mondo ha bisogno di un nuovo umanesimo. Quello che è accaduto ai due ragazzi di Portici, dovrebbe limitare fortemente il possesso delle armi, se non abolirlo e potenziare i controlli sulla detenzione di armi da fuoco. Al di là delle normative, sappiamo con certezza quante armi sono detenute legalmente nel nostro Paese? Continueremo a lottare nei territori per una società non violenta, non armata e per la giustizia sociale”.
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