“Diverse centinaia di imprese agricole del settore bufalino sono scese oggi in piazza a Grazzanise per chiedere risposte immediate e concrete che possano risolvere la grave problematica della brucellosi, andando al contempo a tutelare un comparto di fondamentale importanza per l’economia della Regione Campania”.
Lo rende noto la Copagri Caserta, che ha organizzato il presidio di protesta, al quale hanno preso parte numerosi sindaci e amministratori dei comuni limitrofi, oltre a contoterzisti e rappresentanti della filiera. Per la Copagri sono intervenuti il vicepresidente nazionale Pietro Pellegrini e il presidente della federazione di Caserta Salvatore Ciardiello.
“Crediamo sia arrivato il momento di un cambio di passo nelle attività di contrasto alla brucellosi, che minaccia da tempo la produzione di mozzarella e tutto l’indotto ad essa legato; le vaccinazioni, in particolare, sembrano essere l’unico strumento per limitare la diffusione della malattia, contrariamente all’abbattimento dei bufali sospetti di averla contratta, che sta rischiando seriamente di mettere in ginocchio il settore”, ha sottolineato Pellegrini.
“È proprio questo il messaggio che abbiamo lanciato in occasione del Tavolo tecnico convocato dal Ministero della Salute a luglio 2021 ed è sempre questo concetto che ribadiremo ai rappresentanti del Mipaaf, che dovremmo incontrare nei prossimi giorni”, ha annunciato il vicepresidente della Copagri.
“I precedenti piani regionali per il contrasto e l’eradicamento della brucellosi sono falliti miseramente, portando a un solo triste risultato: l’abbattimento di oltre 40mila capi con sospetta infezione, che si sono poi rivelati essere sani nel 90% circa dei casi, causando un evidente danno agli allevatori e all’intera filiera bufalina, che ha pagato dazio con una perdita del 30% circa – ha spiegato Ciardiello – Per tali ragioni, ribadiamo che a nostro avviso per sconfiggere la brucellosi è opportuno utilizzare prioritariamente la profilassi vaccinale; in caso contrario, si rischia di arrecare un danno irreversibile al ciclo produttivo di questo animale e, di conseguenze, all’intero settore, fiore all’occhiello dell’agroalimentare campano”, ha concluso il presidente della Copagri Caserta.
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