Bancarotta fraudolenta per il fallimento di Scafati Sviluppo spa, la società in house del Comune di Scafati: l’ex sindaco Pasquale Aliberti insieme a 25 tra dirigenti, assessori e componenti del consiglio di amministrazione rischiano il processo.
L’avviso di conclusione delle indagini è arrivato in queste ore nelle mani dei 26 indagati, accusati di più episodi di bancarotta fraudolenta, per il fallimento della società Scafati Sviluppo che avrebbe dovuto reindustrializzare l’area ex Copmes. Un fallimento da dieci milioni di euro, quello dichiarato dal Tribunale fallimentare nel 2017 e che il pm della Procura di Nocera Inferiore, Davide Palmieri, ha vagliato in ogni suo aspetto, iscrivendo nel registro degli indagati gli amministratori pubblici che dal 2010 al 2014 avrebbero portato la società al fallimento, non pagando oneri fiscali e alterando i bilanci di esercizio con false dichiarazioni sociali al fine ‘di conseguire per sè o per altri – così cita il capo di imputazione – un ingiusto profitto’.
La società partecipata al 100 per cento dal Comune di Scafati fu gestita dal 2010 al 2015 – anno in cui ha presentato l’ultimo bilancio di esercizio -, secondo l’accusa, utilizzando artifici contabili per nascondere le gravi perdite accumulate.
Sotto accusa l’ex sindaco Pasquale Aliberti, alla guida del Comune e dunque anche della società dal 2008 al 2016, e di volta in volta tutti gli assessori delegati ai rapporti con le partecipate che si sono avvicendati dal 2010 al 2014: Annalisa Pisacane, Giacinto Grandito, Guglielmo D’Aniello, Giancarlo Fele. Questi avrebbero dovuto vigilare sul corretto funzionamento della società che – secondo i proclami politici di Aliberti – avrebbe dovuto realizzare un progetto del noto architetto Giugiaro per la realizzazione di uffici e capannoni.
Un progetto naufragato invece in una gestione fallimentare.
Ventisei gli indagati ai quali la procura imputa la mancata vigilanza sulle rendicontazioni ma anche il concorso nella bancarotta fraudolenta, nomi noti dell’amministrazione scafatese di quegli anni. Oltre ai politici e ai delegati in giunta destinatario dell’avviso di conclusione delle indagini c’è l’ex dirigente comunale responsabile del servizio economico e finanziario Giacomo Cacchione. Ma anche gli amministratori delegati che si sono succeduti dal 2008 al 2014, insieme ai consiglieri del consiglio di amministrazione e ai membri del collegio sindacale. Nomi noti, molti dei quali politici, ex consiglieri, commercialisti.
Persone che hanno gravitato per anni intorno all’amministrazione di centro destra dell’ex sindaco Aliberti e che nel tempo hanno ottenuto poltrone o incarichi nelle società partecipate dell’Ente e in Scafati Sviluppo. Tutti ora dovranno difendersi da accuse pesanti, insieme all’ex sindaco. Scorrendo il lungo elenco vi sono i nomi di Enrico Pennarola, Antonio Mariniello, Alfonso Di Massa, Filippo Sansone, Mario Ametrano, Giovanni Acanfora, Ciro Petrucci, Emanuele De Vivo, Bartolomeo D’Aniello, Assunta Tufano, Massimiliano Granata, Francesco Alfonso Buccino, Ferdinando Voccia, Francesco Bolino, Sabatino Benincasa, Giovanni Granata, il commercialista ex Ad Giovanni Cannavacciuoli. Ma anche i dipendenti comunali: Vittorio Minneci, Nicola Fienga, Maddalena Di Somma che hanno fatto parte del Consiglio di amministrazione della società in house Scafati Sviluppo le cui quote societarie erano interamente del Comune di Scafati.
Parti offese in questo procedimento penale che si prospetta lungo e articolato i curatori fallimentari della Scafati Sviluppo, nominati dal tribunale nel 2017: Giovanni Faggiano e Bruno Meoli.
La loro relazione inviata alla Procura ha dato vita al procedimento che oggi ha portato alla notifica di 26 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettanti indagati. Un’intera classe dirigente che per anni ha gestito la società del Comune in modo fraudolento, secondo la procura di Nocera Inferiore.
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