Castellammare. La deriva della camorra stabiese e in particolare del clan Cesarano è rappresentato dai tre episodi di spaccio di cocaina ricostruiti dagli investigatori in cui la consegna della droga viene effettuata dalla mamma pusher insieme con un’altra donna complice e la figlia di soli otto anni.
La storia criminale del clan Cesarano è ricca di episodi in cui il famigerato boss Ferdinando faceva picchiare chi spacciava droga nella sua zona, quella di Ponte Persica alla periferia Nord della città e al confine con Pompei: una sorta di “zona franca” in cui è sempre stato vietato spacciare.
L’inchiesta della Dda di Napoli di ieri culminata in 16 misure cautelari emesse dal gip Luca Della Ragione del Tribunale di Napoli testimonia di come quelli che hanno preso il posto del clan Cesarano hanno stravolto tutte le regole che la cosca aveva fatto rispettare per decenni: piazze di spaccio nel quartiere e soprattutto utilizzo di donne e bambini.
A capo del gruppo c’erano Antonio Maragas, 53 anni, detto o’ pacione, ex cutoliano poi coinvolto in alcune inchieste con i D’Alessandro, il figlio Giuseppe, 30 anni , insieme a Giovanni Battista Lambiase Grimaldi, 55enne, detto o’ vikingo oppure o’ macchione ex mazziere del clan Cesarano. Non a caso il nuovo gruppo criminale utilizzava la violenza come arma di intimidazione nei confronti delle vittime. Come il caso dell’aggressione subita da un noto commercialista nel suo studio oppure quella ai danni di Claudio Pecoraro, storico braccio destro del boss Luigi Di Martino o’ profeta.
Era il 6 luglio del 2018 e il giorno dopo Gino Pecoraro, fratello di Claudio riceve una telefonata: “Pecorà ha capito che mo tocca a te?Devi abbuscare pure tu come ha abbuscato tuo fratello ieri. Ora ci stanno anche per te e ti dobbiamo scassare sano sano e poi dobbiamo sparare in testa anche a quell’altro, a Mimmo la Pecora (Aprea Domenico altro storico affiliato cal clan Cesarano ndr), e portati l’imbasciata”.
E non è l’unico atto di violenza compiuto dal nuovo gruppo criminale di Ponte Persica. Nelle 170 pagine dell’ordinanza cautelare viene ricostruita tutta la storia criminale del nuovo gruppo.
In cella oltre ai tre vertici sono finiti anche Virginia Lanzieri, 42 anni, e Carmine Varriale, 51 anni. Sono finiti ai domiciliari invece Adelina Donnarumma, 67 anni, Giovanni di Dio Moragas, 56, Ferdinando Imparato, 29, Giuseppe Scarico, 41, Vittorio Massa, 30, e Antonio Napodano, 68. Infine altre cinque persone sono state sotto- poste alla misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Campania: Giuseppina Polito, 46 anni, ex ausiliaria del traffico, licenziata pochi giorni fa dal Comune di Castellammare; Carlo Cormun, 31, Anna Vittozzi, 49, Valeria Lanzieri, 36, e Catello Solimene, 24.
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CUSTODIA IN CARCERE
ANTONIO MARAGAS, 53 ANNI
GIUSEPPE MARAGAS, 30 ANNI
GIOVANNI DI DIO LAMBIASE GRIMALDI, 55 ANNI
VIRGINIA LANZIERI, 42 ANNI
CARMINE VARRIALE, 51 ANNI
ARRESTI DOMICILIARI
ADELINA DONNARUMMA, 67 ANNI
GIOVANNI DI DIO MORAGAS, 56 ANNI
FERDINANDO IMPARATO, 29 ANNI
GIUSEPPE SCARICO, 41 ANNI
VITTORIO MASSA, 30 ANNI
ANTONIO NAPODANO, 68 ANNI
DIVIETO DI DIMORA IN CAMPANIA
GIUSEPPINA POLITO, 46 ANNI
CARLO CORMUN, 31ANNI
ANNA VITTOZZI, 49 ANNI
VALERIA LANZIERI, 36 ANNI
CATELLO SOLIMENE, 24 ANNI
(Nella foto un momento di un’estorsione compiuta dal nuovo gruppo criminale del quartiere Ponte Persica a Castellammare e nei riquadri Antonio Maragas, il figlio Giuseppe e Giovanni Battista Lambiase Grimaldi)
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