Esplode una nuova vertenza nel travagliato mondo del lavoro italiano. Dopo l’annuncio di un piano di ristrutturazione con un possibile taglio di personale fino a 770 persone, Carrefour viene in realta’ stigmatizzata dai sindacati secondo i quali con la cessione di oltre cento punti vendita e l’analisi dettagliata del piano il numero degli esuberi e’ molto piu’ alto, fino a 1.800 lavoratori
. La volonta’ dichiarata dalle parti sembra comunque escludere un ricorso ai licenziamenti. E’ in ogni caso “un fulmine a ciel sereno, non ci aspettavamo certo l’annuncio della quinta ristrutturazione in 10 anni e l’ennesima riduzione di personale”, dice il segretario generale aggiunto, Paolo Andreani, spiegando che “la multinazionale accelera sul franchising, rivede il piano industriale del 2019 e penalizza l’occupazione” con la conseguenza di avere fino a “1.800 esuberi e la cessione di 100 negozi”.
Per l’azienda invece il piano di trasformazione e’ “finalizzato a rafforzarne la crescita” e prevede, nell’ambito del confronto con le organizzazioni sindacali, “l’attivazione di un piano sociale esclusivamente su base volontaria, che potra’ prevedere interventi di formazione e riqualificazione del personale per favorirne il ricollocamento interno ed esterno, programmi di sostegno all’imprenditorialita’ e incentivi all’esodo.
L’impatto sull’impiego, afferma il gruppo della grande distribuzione, e’ stimato in circa 600 collaboratori impiegati nei punti vendita diretti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, e circa 170 persone impiegate presso la sede centrale”. I punti in vendita nel dettaglio sarebbero 106 secondo la Filcams-Cgil e 615 posti equivalenti full time in esubero sul resto della rete e sulla sede: la conseguenza, secondo il sindacato, e’ che saranno scaricate circa 1.800 persone”.
Il piano “si pone l’obiettivo di recuperare 31 milioni di euro sul costo del personale – spiega – e prevedrebbe la cessione di 106 supermercati e mini mercati a piccoli imprenditori nel corso del 2022 di cui 41 in Lombardia, 18 in Campania, 17 in Liguria, 16 nel Lazio, 6 in Toscana, 4 in Emilia Romagna, 3 in Piemonte e 1 in Abruzzo e che dovrebbero coinvolgere circa 1.000 lavoratori. L’impresa – viene quindi spiegato – non ha voluto indicare quali siano i punti vendita impegnandosi a farlo in futuro”.
A questi mille si aggiungono “i 615 equivalenti full time in esubero (che potrebbero corrispondere a 800 persone), 447 nella rete vendita e 168 nelle funzioni di sede. Di un “piano lacrime e sangue” della multinazionale della Gdo Carrefour Italia in quanto parla di un “tavolo con i sindacati di categoria Cgil, Cisl Uil, in presenza del Ceo Christophe Rabatel” in cui si parla di un disegno di ristrutturazione fra i piu’ pesanti della storia piu’ recente della multinazionale in Italia, con esuberi in 9 Regioni e la cessione di 106 negozi”, sottolinea la Fisascat-Cisl.
“Secondo le intenzioni dell’azienda nel corso del 2022 gli esuberi da accompagnare all’uscita sono intorno alle 900 unita’ fra il personale di sede, dei market, degli iper e cash&carry ma – mette in evidenza il segretario generale aggiunto della Fisascat Vincenzo Dell’Orefice – a leggere attentamente fra le informazioni rese dalla direzione della multinazionale il totale di quanti saranno espulsi dal perimento aziendale sale vertiginosamente se si tiene conto dei 106 negozi dismessi. La stima di quanti dovranno fuoriuscire si aggirerebbe intorno alle 2 mila unita’, che si aggiungono agli 849 esodati nel 2020”.
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