Avellino. Si sono visti per l’ultima volta nella tarda sera del 23 aprile scorso e oggi si sono ritrovati nell’aula di corte d’Assise del tribunale di Avellino. Elena Goia, 18 anni, e Giovanni Limata, di 23, erano fidanzati, contro il volere della famiglia di lei. Oggi sono uno contro l’altra perche’ si scambiano l’accusa di aver progettato l’omicidio del padre di lei, Aldo Gioia, 51 anni.
Il geometra fu ucciso con 14 coltellate sferrate da Limata mentre era addormentato sul divano di casa, in un appartamento del corso Vittorio Emanuele di Avellino. Il ragazzo era entrato di soppiatto, grazie alla porta lasciata aperta da Elena che aveva finto di uscire per andare a gettare l’immondizia.
In realta’, per i pm, i due avevano un piano da mettere in pratica: sterminare tutta la famiglia Gioia, padre, madre e sorella, salvare solo il cane, e scappare, con due zaina pieni di indumenti, anche di costumi da bagno, con pochi spiccioli e l’idea che nessuno si sarebbe piu’ opposto a quella storia nata appena un anno prima.
E invece le urla strazianti della madre e della sorella di Elena scoraggiano Giovanni, che fuggi’ senza aver finito neppure il padre, che, rantolante, alla polizia racconta di non conoscere chi lo ha ridotto cosi’. Proteggono Elena anche la madre e la sorella, ma poi, quando in ospedale dopo alcune ore di agonia Aldo Gioa muore, crolla tutto il castello di carta eretto a protezione della ragazza.
Gli agenti della squadra mobile ritrovano Giovanni Limata a casa sua, a Cervinara dove e’ arrivato accompagnato da un’amica, che con la madre e’ arrivata ad Avellino in auto a prelevarlo. Giovanni confessa quasi subito, prima cerca di stare alla versione concordata con Elena: la rapina finita male, ma poi crolla di fronte all’evidenza dei fatti.
Anche Elena crolla, ma racconta che il piano omicida e’ frutto della rabbia che Giovanni covava nei confronti di suo padre, con il quale gia’ un anno prima aveva avuto uno scontro durante il quale aveva tirato fuori un coltello. Ci sono pero’ le chat tra i due ragazzi, che rivelano i ruoli di entrambi, con Elena che spinge Giovanni a uccidere, e Giovanni che a un’amica rivela di avere qualche dubbio sulla strada che sta per intraprendere.
La famiglia di Elena ha deciso di costituirsi parte civile, ma non contro la ragazza, soltanto contro Giovanni Limata. Il legale di Elena chiede anche che la 18enne, appunto perche’ divenuta maggiorenne poco prima del delitto, sia processata secondo le procedure che toccano ai minori. Eviterebbe cosi’, in caso di condanna, l’ergastolo.
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