Santa Maria Capua Vetere. In data odierna, la Guardia di Finanza di Sessa Aurunca ha eseguito un sequestro preventivo di beni del valore di circa 2 milioni di euro, disposto dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti dellโimprenditore G.P. (classe โ75), titolare di due aziende operanti nel settore del commercio on-line di prodotti per lโinformatica e lโelettronica, ritenuto responsabile di unโingente evasione fiscale ai danni dellโerario perpetrata attraverso il noto sistema delle โfrodi caroselloโ.
Questa volta, perรฒ, la scoperta del tradizionale meccanismo fraudolento รจ stata resa oltremodo complessa dalla peculiaritร del mercato elettronico che, grazie allโutilizzo di apposite piattaforme digitali, consente di effettuare agevolmente lโinterscambio di beni e servizi anche tra piรน operatori distanti tra loro, attraverso metodi di trasmissione telematica e lโutilizzo dei soli strumenti informatici.
Nel caso di specie, le indagini si sono concentrate su una particolare tipologia di commercio elettronico denominata โDropshippingโ, consistente in una triangolazione nella quale intervengono un fornitore (c.d. dropshipper), il rivenditore ed il cliente finale /acquirente.
Proprio sfruttando questo sistema, lโimprenditore indagato era riuscito a interporre tra le proprie aziende e il dropshipper francese decine di societร cartiere disseminate in tutta Italia le quali avevano lโunico scopo di acquistare sul mercato europeo prodotti per lโelettronica per poi rivenderli alle stesse aziende senza lโassolvimento di alcun obbligo tributario.
Grazie a questa interposizione, le imprese indagate sono riuscite ad assicurarsi indebiti crediti dโimposta (altrimenti non ottenibili in base alla normativa intracomunitaria se avessero acquistato i prodotti direttamente dal fornitore francese) che venivano utilizzati in detrazione per abbattere il carico fiscale IVA derivante dalle vendite effettuate ai clienti finali.
Nel contempo, il relativo risparmio dโimposta ottenuto grazie al descritto meccanismo fraudolento (calcolato nellโordine di circa 2 milioni di euro a fronte dellโutilizzo di fatture false per circa 9 milioni di euro) consentiva allโimprenditore di effettuare tali vendite a prezzi piรน convenienti rispetto a quelli di mercato, provocando cosรฌ unโillecita distorsione della libera concorrenza ai danni degli operatori onesti.
Articolo pubblicato il giorno 2 Settembre 2021 - 13:28