Facevano arrivare la droga dal Sud America al Porto di Salerno su navi container attraverso anche la complicità di agenti portuali e ditte che consentivano il trasporto.
L’organizzazione era dotata di una articolata struttura con precisi ruoli e mansioni: un capo intento a intrattenere rapporti con i fornitori e a impartire dall’alto disposizioni agli affiliati, un soggetto a cui era affidata la gestione operativa attraverso il raccordo dei vari sodali, faccendieri dediti alla ricerca di contatti all’interno del porto o comunque in grado di pianificare le modalità per consentire l’uscita della droga dagli spazi doganali.
La base logistica, era dislocata ad Atena Lucana, ove il promotore del gruppo criminale, Pietro Paladino e la propria convivente Gerarda Soccodato, coordinavano il traffico di sostanze stupefacenti dall’interno di un bar ed un residence a loro riconducibili.
La fornitura della marijuana invece era di competenza di un incensurato, Petrosino Vincenzo, residente a Sala Consilina che, stabilmente, si occupava di rifornire di stupefacente l’organizzazione, con consegne di 1 kg alla volta. Nel corso delle indagini, poi, è emersa l’esistenza di un altro sodalizio criminale, collegato, formato da giovani pusher residenti in gran parte nel comune di Sala Consilina.
Sono 18 le persone raggiunte da misura cautelare durante l’operazione portata a termine dai finanzieri del comando provinciale di Salerno che questa mattina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Durante la indagini è stato accertato che l’associazione si è occupata del recupero e l’importazione di droga in diverse occasioni, episodi per i quali sono stati raccolti elementi probatori a carico di 37 soggetti, alcuni dei quali residenti all’estero.
In particolare, il gruppo si è occupato del recupero di un carico di 32 chilogrammi di cocaina, occultati all’interno di un container frigo proveniente dalla Colombia e destinato al porto di Vado Ligure (Savona). A causa di disguidi organizzativi, il container con lo stupefacente è stato reimbarcato verso un’altra destinazione. La banda, è stato ricostruito, ha messo in piedi un tentativo di importazione di 1,5 chili di cocaina dal Sud America da recuperare sul territorio spagnolo. Il trasportatore individuato per il viaggio Madrid – Salerno ha però disatteso l’accordo raggiunto con il gruppo criminale il giorno precedente alla partenza.
Ancora, l’organizzazione si è occupata del recupero di un carico di 157 chili di cocaina, proveniente da narcotrafficanti sudamericani, transitato per il porto di Salerno e destinato a un gruppo criminale di Torre Annunziata. La sostanza stupefacente nascosta a bordo della nave, non recuperata dal gruppo criminale, era poi arrivata nel porto canadese di Halifax e sottoposta a sequestro dalle autorità locali. Avviate anche due trattative per l’importazione, sempre dal Sud America, rispettivamente di mille e 200 chili di cocaina.
L’organizzazione operava nelle provincie di Napoli e Salerno grazie a un rodato sistema di approvvigionamento di sostanze psicotrope che vedeva impegnati gli indagati in continue e serrate trattative con diversi fornitori di nazionalità estera interessati al trasferimento di cocaina dai Paesi del Sudamerica.
Per eludere i controlli di routine effettuati nello scalo di Salerno la banda reperiva ditte di spedizione e di destinazione compiacenti con le quali predisporre idonea documentazione di supporto in modo da trasportare la merce illecita occultata in un carico di copertura all’interno di un container che, una volta giunto al porto di Salerno, veniva richiamato proprio dalla ditta di destinazione.
Il sistema “ripp off” consentiva, invece, il recupero del narcotico in maniera furtiva mediante ingresso non autorizzato all’interno dello scalo marittimo e prelievo dei borsoni nascosti all’interno di container. Sebbene vi siano stati alcuni casi in cui le trattative per l’importazione e l’acquisto di sostanza stupefacente non si siano concretizzate, il Gico del nucleo di polizia economico finanziaria di Salerno è riuscito a sottoporre a sequestro nel porto dello stesso capoluogo, nel mese di marzo del 2019, oltre 18 chili di cocaina provenienti via mare dal Sudamerica e occultati all’interno della ventola del vano motore di un container frigo.
Nel corso delle indagini è stato anche ricostruita la cessione di 2 chili di a un soggetto di origini salentine, dietro pagamento del corrispettivo di 69mila euro. In relazione ad alcune delle trattative individuate è stata riscontrata pure la presenza sul territorio italiano di soggetti di nazionalità estera, invitati appositamente ad intervenire dalle consorterie fornitrici del narcotico, con l’obiettivo di portare a termine le operazioni di cessione.
A finire in carcere Pietro Paladino, Gerarda Soccodato, Marco Gonzales, Vincenzo Petrosino, Vincenzo Boccuti, Fabio Pietro Vespoli, Desirée Pompeo, Cleto Rosciano; agli arresti domiciliari: Govanni Calandriello, Vincenzo Caputo, Michele Chirichella, Rosario Coppola detto taccarella, Giuseppe Lammardo detto Peppe Berlusconi, Attilio Laurino, Domenico Lo Iacono, Davide Quercia, Carla Severino, Sabatina Santino, Carolina Spolzino. Altre sei persone hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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