A maggio scorso fecero esplodere un ordigno artigianale, ma dal grande potenziale, dinanzi l’ingresso del Centro per l’Impiego di Avellino.
La vetrata blindata andò in frantumi e la deflagrazione nell’edificio di contrada Baccanico poco dopo la mezzanotte scatenò il panico tra i residenti. Le indagini della Digos portarono dopo appena pochi giorni a individuare i responsabili e soprattutto a stabilire che l’attentato aveva finalità eversive.
Il gup del tribunale di Napoli, Giovanni De Angelis, competente per i reati di terrorismo, ha rinviato a giudizio Ubaldo Pelosi, 61 anni di Avellino, ragioniere contabile che attraverso i social era entrato in contatto con gruppi che minacciavano azioni clamorose contro il governo durante il lockdown.
A processo anche il complice Carmine Bassetti, artigiano restauratore 48enne di Avellino, che contribuì a fabbricare l’ordigno. Entrambi si trovano ancora agli arresti domiciliari e i loro legali hanno chiesto in udienza preliminare la revoca della misura cautelare.
Il gup si è riservato, nonostante per il tribunale del Riesame e per il tribunale della Libertà siano da escludere le aggravanti terroristiche. Il processo è fissato per febbraio prossimo.
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